Nonostante le limitazioni al traffico di questi giorni, Milano rimane sotto la cappa dello smog. Con la “fase due” dell’ordinanza sono fermi anche tutti quei mezzi (il 30 per cento del totale) privi del filtro antiparticolato e non adibiti al trasporto di alimentari o beni deperibili, ma che consegnano merce ai negozi del centro. Proprio mentre i commercianti protestano per la mancanza di rifornimenti nella cerchia dei Bastioni – il consigliere delegato dell’Unione del Commercio, Simonpaolo Buongiardino, ha chiesto una finestra di 2-3 ore per venerdì mattina – sulle colonne di Libero, il presidente di Fai Milano, Angelo Sirtori, spiega che la causa di tutti i mali non sono i trasportatori.
“Andando a vedere i dati dell’Arpa Lombardia, e quindi non nostri”, spiega Sirtori, “si scopre che i mezzi commerciali diesel producono solo il 10 per cento del totale del Pm10, un terzo in meno dell’inquinamento prodotto dalla legna per uso domestico”. Secondo la Fai, si legge sempre su Libero di oggi, c’è quindi una sproporzione “tra il peso reale del Pm10 di cui siamo responsabili e la durezza dei provvedimenti presi dalle amministrazioni nei nostri confronti, che invece si guardano bene dal monitorare altre fonti inquinanti come le caldaie a gasolio”. Sirtori mette in evidenza anche due aspetti completamente ignorati dal Comune: “Da un lato le piazzole di sosta per il carico/scarico, e dall’altro i centri urbani di distribuzione con le stazioni di interscambio e i mezzi elettrici per la consegna in centro: se ne è parlato per anni, e poi è finito tutto nel nulla”.