È arrivata sul tavolo del ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, nella forma dell’interrogazione urgente a risposta scritta il caso della “fascia rossa”, ossia del divieto di transito ai Tir sull’autostrada del Canton Ticino tra Chiasso e Lugano (dalle 6.30 alle 9) e nella direzione opposta (dalle 17 alle 20). La proposta è stata votata lo scorso 9 novembre a larga maggioranza dal Gran Consiglio del Canton Ticino. E ora è al vaglio del governo federale elvetico e in particolare dell’Ustra (una sorta di Anas rossocrociato, gestisce infatti le strade nazionali svizzere).
“Se questa proposta venisse accolta”, scrive a Matteoli il senatore comasco del Pdl, Alessio Butti, “si verificherebbero notevolissimi ritardi nei trasporti, con conseguenti aggravi di costi e perdita di competitività per le aziende esportatrici e non solo per chi si occupa di logistica; inoltre al blocco della circolazione corrisponderebbe il blocco dei valichi doganali con conseguente concentrazione alle frontiere dei camion in attesa del transito”.
La fascia rossa durerebbe per un periodo indefinito di mesi, almeno fino a quando non verranno chiusi tutti i cantieri attualmente aperti sull’autostrada svizzera nei tratti indicati. “La code che si verrebbero a creare”, aggiunge Butti nella sua interrogazione, “arriverebbero con grande probabilità fino all’Autolaghi, con pesanti ripercussioni sulla viabilità, già evidenziate dalle associazioni di categoria del settore. È necessario impedire l’attuazione di questa proposta estremamente svantaggiosa per i flussi viabilistici al confine tra Italia e Svizzera anche alla luce degli esistenti accordi in tema tra Unione europea e Confederazione elvetica”.
Il senatore comasco chiede se il ministro sia al corrente della questione e quali misure intenda adottare “per scongiurarne l’applicazione, che avrebbe conseguenze viabilistiche ed economiche devastanti per tutti i mezzi in transito e per le nostre aziende esportatrici”.