Sono decine di invalidi (ma soltanto sulla carta) finiti sotto la lente degli agenti della polizia stradale di Cosenza nell’ambito di un’inchiesta che si protrae da quasi due anni. E ora 13 di loro sono finiti agli arresti domiciliari, mentre per altri 36 è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Ma nei guai sono finiti anche medici, funzionari e impiegati amministrativi del distretto di Rende dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Il reato contestato è il falso ideologico in atto pubblico. ”L’inchiesta”, si legge sul sito della Polizia di Stato, “portata avanti per quasi due anni dalla sezione di Cosenza nord della Polizia Stradale, aveva rilevato, nel corso di alcuni controlli, irregolarità nel riconoscimento dell’invalidità civile a decine di persone. Le false invalidità erano rilasciate attraverso l’intervento autonomo dei medici, con la complicità di funzionari e impiegati del distretto sanitario di Rende, senza che venisse investita la competente commissione collegiale. In particolare tali commissioni si riunivano con un solo componente, il quale, dopo aver eseguito la visita dell’interessato riconosceva l’invalidità civile e l’handicap in assenza di una regolare riunione della commissione”. Inoltre alcuni medici di quel distretto, incaricati dell’esecuzione di visite fiscali per conto degli enti pubblici nei confronti dei dipendenti assenti per malattia, si sarebbero accordati con gli ammalati sulle modalità di compilazione del referto medico. Per evitare agli interessati il “disagio” di doversi recare nuovamente presso la struttura sanitaria per firmare i relativi verbali, sarebbero stati fatti sottoscrivere in bianco, attestando falsamente di aver eseguito i dovuti controlli. E anche nelle visite mediche per il rinnovo della patente di guida alcuni medici avrebbero rilasciato certificati di idoneità psico-fisica senza eseguire alcuna visita medica. Le persone indagate nell’inchiesta sono circa 150.