Uggé chiede a Matteoli una regia per la politica dei trasporti

“Le improvvisazioni e le uscite estemporanee per guadagnarsi spazi sui media sono dannose, non risolvono i problemi e nuocciono all’immagine dello stesso Governo. Per evitare questo muoversi disordinato occorre che si costituisca una cabina di regia alla quale ricondurre le eventuali proposte che toccano il sistema della mobilità da affrontarsi solo secondo una logica di sistema”. Questo il giudizio fortemente critico espresso a nome della Conftrasporto dal presidente Fai Paolo Uggè nel corso dell’incontro, convocato dai ministri Matteoli e Prestigiacomo, per ricercare le migliori iniziative da assumere, dopo gli annunci estemporanei, di voler fermare “i tir che inquinano”.

Le imprese di Conftrasporto sono sensibili al tema della salvaguardia dell’ambiente e non sono  contrarie al ricambio dei mezzi inquinanti, ma questo non è sufficiente perché se le merci non si muovono il Paese si ferma”, ha osservato Uggè, secondo il quale “da qualche anno, e forse questo è ignorato dai tecnici del ministero dell’Ambiente, gli automezzi pesanti maggiormente inquinanti sono esclusi, su richiesta delle associazioni di categoria, dalle riduzioni compensate sui pedaggi autostradali. Inoltre nelle principali città i mezzi inquinanti sono sempre più chiamati giustamente  a sostenere il costo per l’inquinamento che i mezzi inadeguati producono. Ma questo”, ha sottolineato sempre il presidente nazionale di Fai Conftrasporto, “non è sufficiente. Serve dunque un rimedio, che per essere efficace deve avere però un’unica regia, una guida condivisa da tutti e seguire la stessa strada. “Chiedere misure generiche senza che siano parti di un programma di interventi rischia di essere demagogico e punta a far vedere che si interviene sui temi ambientali, gettando su una categoria di operatori delle responsabilità che non appartengono loro”, ha sottolineato ancora Paolo Uggè. “Gli automezzi pesanti, quelli che vengono impropriamente definiti “Tir” nei centri urbani sono poco presenti. La strada  non è allora quella di lanciare  allarmi che sembrano più essere sponsor di tecnologie da installare sugli automezzi, pensando di ridurre il particolato e le emissioni, come già avviato in alcune regioni. Questa scelta va assoggettata peraltro a preventive  verifiche di legittimità in sede comunitaria e i risultati sono tutti da verificare. Conftrasporto, nell’apprezzare l’iniziativa di consultare preventivamente la categoria decisa dai due ministri interessati, ha chiesto tempo e proposto in alternativa la predisposizione di un piano con interventi coordinati: un’azione che con una logica razionale intervenga per dar vita a una  nuova politica di accesso ai centri urbani, da gestirsi secondo una logica di premialità; l’avvio in sede comunitaria di un confronto indispensabile sul tema degli incentivi per modificare i criteri in atto che autorizzano i processi di intervento; l’inserimento nella legge finanziaria di risorse dedicate allo spostamento reale di merci dalla strada al mare e via ferro. Il tema della  mobilità urbana è una delle sei sfide che nella recente assemblea generale il presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia Carlo Sangalli ha lanciato al Governo. Le imprese di Conftrasporto in questa logica sono pronte a condividere un Patto della mobilità per i centri urbani per dare risposte serie e strutturali ai cittadini e favorire così un ambiente migliore.