Prosegue, purtroppo, l’escalation del costo dei carburanti per autotrazione. Secondo la rilevazione effettuata ieri da Quotidiano Energia, dopo l’incremento operato dall’Agip la scorsa settimana, anche tutte le altre società petrolifere hanno adeguato i loro listini. Il prezzo del gasolio ha superato 1,29 euro al litro, mentre la benzina verde può costare anche 1,434 euro al litro. Oggi, fortunatamente, non sono stati segnalati aumenti. Ma vediamo, nel dettaglio, i prezzi dei carburanti delle principali compagnie.
Sempre secondo le rilevazioni di quotidianoenergia.it Api-IP hanno aumentato di 1 centesimo la verde, a 1,429 euro, e di 1,3 centesimi il diesel a 1,289 euro. Erg ha corretto al rialzo la benzina di 0,5 centesimi a 1,423 euro e il diesel di 1 centesimo a 1,284 euro. Esso è salita di 0,9 centesimi sulla verde a 1,424 euro e di 1,4 centesimi sul diesel a 1,281 euro. Q8 ha aumentato la verde di 0,8 centesimi a 1,432 euro e il diesel di 1,8 centesimi a 1,293 euro. Shell ha rialzato di 1 centesimo la benzina a 1,434 euro e di 1,5 centesimi il diesel a 1,294 euro.
Tamoil è intervenuta con +0,7 centesimi sulla verde, a 1,426 euro, e +0,9 centesimi sul diesel a 1,285 euro. Infine Total è salita di 0,5 centesimi sulla benzina a 1,429 euro e di 1 centesimo sul diesel a 1,289 euro.
Immediatamente sono scattate le proteste delle associazioni dei consumatori, che chiedono al governo un taglio delle accise. “Oramai qualsiasi previsione di maggiore spesa per le famiglie italiane e di ripercussioni negative legate al caro-benzina non ha più senso, visto il ritmo frenetico dei listini, che cambiano di giorno in giorno. L’unica cosa certa è che il governo può e deve intervenire per salvare le tasche dei cittadini, operando sul piano fiscale”, ha affermato il Codacons in una nota. “Dal momento che il protocollo siglato dal ministero dello Sviluppo economico non avrà effetti benefici sui prezzi, e richiede tempi piuttosto lunghi, è necessario intervenire sulla parte di competenza governativa, ossia la pressione fiscale che grava su ogni litro di carburante”, spiega il presidente Carlo Rienzi. “Chiediamo dunque al governo di disporre un deciso taglio alle accise, taglio di entità non inferiore ai 5 centesimi di euro al litro, così da alleggerire la spesa degli italiani per i rifornimenti, e limitare le ripercussioni del caro-benzina in tutti gli altri settori”.
Sul caro carburanti sono intervenuti anche Adusbef e Federconsumatori che denunciano “un incomprensibile surplus di 7-9 centesimi, con un ricarico sui cittadini di 176 euro tra costi diretti e costi indiretti”. Le due associazioni dei consumatori hanno messo a confronto i listini attuali con quelli di qualche mese fa, quando le quotazioni del petrolio si aggiravano, come oggi, intorno ai 70 dollari al barile. “Il 3 agosto 2009 il petrolio quotava circa 71 dollari; a metà dicembre 2009 quotava 71 dollari al barile; i primi di febbraio 2010 circa 71 dollari al barile. La benzina nel primo caso era a 1,28 euro al litro, nel secondo caso a 1,27 euro al litro e nel terzo caso 1,32 euro al litro”. Le associazioni hanno quindi rivalutato questi valori in base al cambio euro-dollaro, calcolando apprezzamenti di +8 centesimi nel primo caso, +9 centesimi nel secondo caso e +4 centesimi nel terzo caso. “Ebbene”, proseguono Adusbef e Federconsumatori, “in tutti e tre gli esempi fatti il costo della benzina sul mercato, comprensivo delle tasse, coincide con un’unica cifra 1,36 euro al litro. La semplice domanda quindi è: perché viene venduta oggi sul mercato da 1,43-1,45 euro al litro?”.