Vedere delle immagini per capire quanto sia importante mantenere un comportamento corretto sulle strade. Immagini a volte forti, magari accompagnati da spiegazioni adeguate che possono far crescere la sensibilità verso la sicurezza stradale. In poche parole, un video per educare. L’idea nata da un progetto di collaborazione tra la Polizia stradale e il dipartimento di psicologia dell’Università Sapienza di Roma ed è stata presentata venerdì durante una conferenza stampa. Nell’incontro sono stati illustrati i risultati di una ricerca sull’efficacia dell’uso delle immagini di incidenti nella percezione dei pericoli legati alla circolazione stradale. Lo studio aveva l’obiettivo di fornire un orientamento, che avesse anche il carattere di scientificità, sul tipo di immagini utili a fini di educazione stradale.
La ricerca è partita creando situazioni sperimentali in cui sono stati proiettati video che riproducono incidenti per analizzare gli effetti della visione di tali filmati.
Dai dati emerge che l’uso del solo filmato produce un’immediata risposta emotiva, talvolta negativa e di rifiuto se il video mostra incidenti gravissimi. Se invece il filmato è accompagnato da una spiegazione fornita da operatori esperti si raggiunge un buon effetto sia rispetto all’emotività sia sugli aspetti cognitivi. L’osservatore infatti ha una migliore comprensione delle dinamiche che hanno prodotto l’incidente. Questi risultati – spiegano gli organizzatori – saranno preziosi per la progettazione di campagne informative e per le attività di prevenzione in generale.
Nella seconda parte dell’incontro, moderato dal giornalista del Tg1 Attilio Romita, sono state presentate due guide pratiche per l’insegnamento dell’educazione stradale curate dal direttore della Polizia stradale Roberto Sgalla e da Anna Maria Giannini, direttore dell’Osservatorio psicologia della legalità della Sapienza i cui proventi verranno devoluti all’ “Associazione italiana familiari e vittime della strada” onlus. Si tratta di progetti che consolidano l’alleanza tra la Polizia di Stato e la ricerca scientifica, come declinazione del concetto di sicurezza partecipata e condivisa, strategico per il ministero dell’Interno, quale circolo virtuoso che vuole il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e privati.