La tentazione è spesso forte. Passare da un autovelox a velocità limitata e salutare l’apparecchio per la rilevazione della viabilità con un inequivocabile gesto dell’ombrello. A impegnarsi in tali gesti sono soprattutto i motociclisti, forti del fatto che anche se venissero immortalati hanno il volto coperto dal casco e la moto, come è noto, non ha una targa anteriore. Ora in Svizzera la polizia cantonale si è decisa a combattere questa “piaga” dei gesti volgari contro i radar. I radar svizzeri sulle strade sono da sempre temutissimi dagli italiani. E, dalla primavera, nel solo Canton Ticino (regione a lingua italiana) in aggiunta alle dieci “cabine” con due apparecchi per la rete ordinaria e al radar fisso in autostrada arriveranno altre postazioni. Il sergente maggiore della stradale Alvaro Franchini, che non è uscito da una gag di Aldo, Giovanni e Giacomo, ma è in servizio nel Reparto del traffico (la polizia stradale svizzera) sul “Corriere del Ticino” di lunedì 16 marzo mette in guardia anche camionisti, automobilisti e soprattutto motociclisti che quando passano dalle telecamere fanno il cosiddetto “gesto dell’ombrello”. «Sì, questi gesti rappresentano un aspetto folkloristico dei controlli radar. Però i motociclisti devono fare attenzione», scrive il sergente maggiore. Sui radar verrà inserito anche un apparecchio mobile in grado di immortalare in sequenza sia il motociclista sia la targa. Dalla primavera, inoltre, dopo ogni radar ci sarà anche una pattuglia della polizia cantonale alla quale i centauri dovranno spiegare le motivazioni del gestaccio.