Defiscalizzare le flotte aziendali,
sono questi i nuovi incentivi auto?

Il mercato dell’auto potrebbe trovare nuovi sostegni. Anche se il Governo italiano ha più volte ribadito che gli incentivi non saranno rinnovati, i costruttori europei pensano che possa arrivare un altro sostegno al settore. Non più sotto forma di incentivi agli acquisti, ma – come ha spiegato al Salone di Ginevra il presidente di Bmw Italia, Andrea Castronovo – con la defiscalizzazione delle flotte auto aziendali. Sull’addio agli incentivi si è espresso anche Stephen Norman, vicepresidente di Renault e responsabile mondiale del marketing, secondo cui la fine degli aiuti statali “potrebbe essere un bluff”.
Come ha spiegato a Ginevra il presidente di Bmw Italia, Andrea Castronovo, sembra che per compensare il mancato rinnovo degli incentivi alla rottamazione, il Governo abbia “aperto un tavolo di trattative sulla possibile adozione di un piano di defiscalizzazione delle flotte aziendali. Allo studio ci sono una decina di proposte”, ha spiegato Castronovo, “tra cui quella di eliminare il limite di deducibilità fiscale sull’acquisto di auto aziendali, fissato in Italia a 18mila euro, senza toccare l’Iva né il periodo di ammortamento”. Se questa proposta fosse accettata, sostiene ancora Castronovo, “intorno alle 34-36mila vetture acquistate in più ci sarebbe un punto di equilibrio per i conti dello Stato. A partire da questo livello, poi, ci sarebbe addirittura un introito netto per il nostro Governo”.
Ma, come dicevamo, sulla fine degli incentivi in Italia si è espressa Renault, per bocca del suo vicepresidente. “Il caso dell’Italia è un caso unico in Europa”, ha detto Stephen Norman, “perché non abbiamo nessuna idea di quello che farà il Governo dopo lo stop al programma di incentivi del 2009. Il destino delle vendite Renault in Italia”, ha detto ironicamente, “è nelle mani di Marchionne, molto più che nelle mani di Renault. Quindi, quello che andrà bene per Fiat andrà bene anche per Renault. Negli altri Paesi dell’Europa abbiamo una situazione di riduzione degli incentivi e questo lo sappiamo, è pianificato. Inoltre non c’è nessun passato che ci spinga a immaginare delle cose diverse. Oggi”, ha precisato il vicepresidente di Renault, “abbiamo l’informazione ufficiale che ci dice che non ci sarà un seguito, ma abbiamo molte difficoltà a crederci. In Italia infatti è dal 2001, cioè da 10 anni circa, che l’industria automobilistica è supportata dalle misure statali”. Quindi, mentre negli altri Paesi europei “sappiamo cosa aspettarci e ci prepariamo ovunque allo stesso modo, in Italia non abbiamo nessuna visibilità della situazione. Dobbiamo quindi preparaci”, ha proseguito Norman, “a due possibili scenari, sia all’eventualità che gli incentivi siano davvero finiti, e quindi bisognerà stringersi la cinta e far fronte alla situazione, sia al bluff, perché invece ci sarà un seguito, magari con il Gpl. Chissà, forse”, ha scherzato Norman, “stanno confondendo le acque volontariamente per indurre in errore gli importatori. Spero che sia così, perché penso che sia necessario sostenere il mercato italiano”. Norman ha infatti precisato che per Renault “l’Italia è il terzo-quarto mercato mondiale ed è molto importante anche dal punto di vista immagine. Un’auto non ha una bella immagine a livello mondiale se gli italiani non la comprano”.