Rienzi? Fa rispettare le regole
agli altri, ma lui non le rispetta

Il Corriere della Sera l’ha definito “l’avvocato anti-illegalità”. Ma questa volta con le mani nella marmellata è stato beccato lui, Carlo Rienzi, presidente del Codacons, accusato dai tassisti romani di parcheggiare nello spazio a loro riservato. In divieto di sosta, quindi. Tassisti che sui loro blog pubblicano anche una foto che immortala la Mercedes bianca in piazza San Silvestro proprio davanti al cartello Taxi. Una notizia ripresa dal Corriere della Sera e da Il Giornale che ha titolato “I parcheggi abusivi del moralista a parole”.
E proprio il Corriere ha intervistato Rienzi (clicca qui per leggere l’intervista completa): “Mmh, mi faccia pensare: non può essere”, risponde Carlo Rienzi al Corsera. “Io ho una Tuareg azzurra…”. Ma poi arriva la retromarcia, anticipata da un intervento scritto sul suo blog Carlorienzi.it in cui sostanzialmente dice: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”.
“Va be’”, spiega Rienzi al Corriere, “diciamo che non mi ricordo… Forse non ero io. Però il problema dei parcheggi resta ed è gravissimo, va denunciato: per questo ho voluto confessare a tutti, senza bisogno di essere pedinato e fotografato, che spesso lascio la macchina in doppia, anche tripla fila”. Che, detto dal paladino della legalità, non suona proprio bene: “Faccio una cosa che è davvero uno schifo, lo ammetto. Ma è meglio essere credibile e non raccontare bugie: perché”, chiede Rienzi al giornalista del Corriere, “lei una multa non l’ha mai presa?”.
Il presidente del Codacons rilancia e punta il dito contro quelli che, secondo lui, sono i veri colpevoli: “Ecco, ma la responsabilità non è solo nostra. La piaga di Roma è la doppia e tripla fila. E la colpa è sempre dei vigili… Il problema è che non ci sono proprio, in giro. Non si vedono nelle piazze, nelle strade. O sono pochi o stanno tutti in ufficio. Io ho fatto decine di denunce sull’assenza dei vigili urbani in centro come in periferia, vorrei tanto essere punito e pagare le multe, come a Firenze. Lì non mi sogno di parcheggiare male, perché zac!, la contravvenzione è assicurata. Così la gente si abitua e gira in autobus. A Roma invece tutti in macchina perché c’è l’impunità. Guardi cosa succede in viale delle Milizie. Nei controviali sono parcheggiate file intere di auto. Risultato? La mia Tuareg non passa e mi si rompe lo specchietto”. In realtà il problema, secondo Rienzi, è un altro… “I tassisti mi odiano, si vogliono vendicare. E sa perché? Per tutti i processi in cui il Codacons si è costituito parte civile per le loro truffe. Perché abbiamo impugnato la delibera del sindaco che consentiva agli indagati per vari reati di riprendersi la licenza”. Quella tra Rienzi e i tassisti romani è una battaglia dura, che per il presidente del Codacons ha avuto anche risvolti molto pericolosi: “Una decina d’anni fa un tassista mi investì volontariamente, facendo manovra, mentre camminavo con mio figlio sulla pista ciclabile di viale Angelico. Naturalmente ho fatto causa, l’ho vinta e mi ha risarcito…”.