Traffico di rifiuti pericolosi,
indagato il padre della Marcegaglia

C’è anche il papà della presidente nazionale di Confindustria, Emma Marcegaglia, fra le persone indagate nell’ambito di una maxi operazione su un presunto traffico illecito di rifiuti pericolosi condotta dai carabinieri del Noe (il nucleo operativo ecologico dell’Arma), indagine che ha toccato varie città italiane, portando all’arresto di  15 persone e alla denuncia di 61.

Al centro dell’inchiesta i rifiuti speciali e pericolosi prodotti dalla bonifica del sito contaminato di Bagnoli, nel Napoletano, che sarebbero poi stati smaltiti illecitamente in Toscana provocando anche un’esplosione, il 26 giugno 2008, in un capannone di Scarlino (Grosseto)  dell’Agrideco, costata la vita a un lavoratore e il ferimento grave di un altro. Nel mirino degli investigatori sono finiti oltre un milione di tonnellate di rifiuti e, soprattutto,  svariati milioni di euro di guadagni illeciti oltre a un consistente danno all’erario per l’evasione dell’ecotassa, senza contare i possibili gravi danni ambientali.  Steno Marcegaglia è indagato dai magistrati della procura della Repubblica di Grosseto che hanno disposto il sequestro del laboratorio di analisi di Mantova della Made Hse, appartenente al gruppo Marcegaglia, laboratorio in cui, secondo l’accusa, sarebbero stati redatti falsi certificati di analisi sui rifiuti da smaltire provenienti da un’industria siderurgica dello stesso gruppo Marcegaglia di Ravenna. Grazie ai falsi certificati i rifiuti sarebbero poi stati trasportati verso siti non idonei a riceverli, con notevole risparmio sui costi di smaltimento. La Made Hse è un’azienda di consulenza  che offre alle imprese e agli enti pubblici, servizi di progettazione, consulenza tecnica e giuridica integrati nei settori ambiente salute e qualità, sicurezza processi produttivi, sicurezza impianti, formazione laboratori di analisi. È invece stato arrestato, e ora si trova agli arresti domiciliari, Mauro Bragagni, 59 anni, all’epoca dei fatti direttore dell’industria metallurgica situata nella zona portuale di Ravenna e appartenente al gruppo Marcegalia.  In una nota diffusa dall’ufficio legale del Gruppo Marcegaglia si legge che “I dirigenti interessati dalle indagini non ricoprono più da tempo gli incarichi originariamente loro conferiti”, e che “l’azienda si dichiara certa del loro corretto comportamento e confida di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati”.