Viaggi in treno, da oggi in vigore un regolamento comunitario

Diritti e obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario. Da oggi, in Europa, è in vigore un regolamento comunitario – il n. 1371/2007 – che disciplina proprio questo argomento. Per l’Italia non dovrebbe cambiare molto, visto che il provvedimento adottato recepisce e riconosce, in gran parte, diritti già generalmente previsti dalla legislazione nazionale, come l’indennizzo in caso di ritardo o soppressione del treno. Proprio per questo, il regolamento europeo non piace alle associazioni dei consumatori, anche perché in alcuni casi Trenitalia prevede già indennizzi superiori. “È da auspicare che Trenitalia”, hanno commentato le associazioni dei consumatori, “non approfitti di tale regolamento per rivedere al ribasso gli indennizzi riconosciuti in caso di ritardo. Chiediamo che alla luce di quanto previsto dal regolamento, si provveda a riconoscere indennizzi per i disservizi anche per il trasporto regionale e quindi per i pendolari, a oggi esclusi da tali forme di compensazione in caso di ritardi o soppressione di treni sempre più frequenti”.
Pendolari che, è giusto ricordarlo, sono spesso costretti a fare i conti con i ritardi dei treni. Secondo una recente indagine (Pendolaria 2009) svolta da Legambiente, in Italia un treno pendolare ogni tre arriva in ritardo. Dei 1216 treni monitorati, ben 430 (il 35 per cento del totale) hanno registrato un ritardo superiore a cinque minuti, 410 sono arrivati con un ritardo compreso tra uno e quattro minuti, mentre solo 374 treni (il 31 per cento del totale) sono giunti in orario. La situazione è peggiore a Milano, dove un convoglio su due ritarda più di cinque minuti, e Roma. Negativa anche la situazione di Palermo, con solo il 16 per cento dei treni monitorati in orario, il 41 per cento in ritardo di pochi minuti e il 43 per cento in ritardo dai cinque minuti in su, seguita da Salerno (37 per cento dei convogli con ritardi dai 5 minuti), Torino (32 per cento dai 5 minuti) e Messina (30 per cento). Migliore la situazione alla stazione di Genova Principe, dove il 18 per cento dei treni pendolari accumula un ritardo superiore ai cinque minuti.