È sempre più acceso il confronto tra la Fiat e il governo. Qualche giorno fa il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola aveva definito “una follia” la possibile chiusura dello stabilimento siciliano di Termini Imerese. Un termine che non è andato giù all’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, che ha risposto per le rime: “Per esperienza mia personale prima di usare un linguaggio pesante come follia uno dovrebbe capire i dati. Se poi uno li capisce magari tira conclusioni diverse”.
La possibile chiusura dello stabilimento Fiat non viene digerita da Scajola che oggi ha ribadito i concetti espressi nei giorni scorsi: “Non si può fermare o far crollare un polo industriale come Termini Imerese”, ha detto il ministro, “dove c’è la disponibilità da parte del settore pubblico, sia Regione sia Governo, a proseguire gli investimenti per la migliore infrastruttura dell’area”.
Accanto a Scajola si schierano anche i sindacati. Come riporta Il Sole 24 Ore, Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, ha definito Termini Imerese “importante e strategica per il sistema Paese e per il Mezzogiorno”.
Concetti ribaditi anche da Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom Cgil che ha dichiarato sul Tgcom: “Siamo indisponibili a qualsiasi tipo di ridimensionamento o chiusura di stabilimenti Fiat in Italia”, anche perché esiste il rischio che “si sposti il baricentro Fiat fuori dall’Italia”. “La questione Fiat – secondo Rinaldini – apre un problema di politica industriale serio. La Renault intende produrre l’auto elettrica entro il 2010, la Fiat vuole produrla negli Stati Uniti”.
Il Tgcom riporta anche il parere del numero uno della Uilm, Antonino Regazzi, il quale sostiene che governo e Regione Sicilia “sono intervenuti in ritardo, è come se avessero slegato i buoi e, dopo la loro uscita, cercassero di chiudere il recinto”. Regazzi propone alla Fiat “un patto con le parti sociali per produrre a costi competitivi in Italia”, mentre la Uilm di Palermo dichiara la sua disponibilità a trattare sull’utilizzo degli impianti e sulla flessibilità.
Ora non resta che aspettare l’incontro che Marchionne e Scajola avranno il 1° dicembre. Lunedì 30 novembre, invece, il ministro incontrerà le parti sociali.