Per controllare le frontiere
arrivano gli autovelox fiscali

Dopo gli autovelox per la velocità arrivano quelli “fiscali”. Tecnicamente sono dei mezzi mobili plurisensori e vengono utilizzati dalla Guardia di finanza per scoprire trasporti illeciti di denaro e titoli, ma anche di altri beni di grande valore e facili da nascondere, come oro, argento, diamanti e preziosi. Questi mezzi, già dislocati nelle regioni del Sud Italia per il contrasto al denaro “sporco” della criminalità organizzata, sono adesso impiegati anche ai confini del settentrione, lungo l’arco alpino, e con la Repubblica di San Marino, laddove è maggiore il pericolo di trasferimenti via terra di denaro e titoli da e per il nostro Paese.
Questo sistema di rilevamento elettronico, montato a bordo di furgoni delle Fiamme Gialle, permette di riprendere i numeri di targa di tutti i veicoli che transitano presso una determinata area stradale. L’occhio elettronico è posizionato in modo tale da riprendere solo le targhe e non i conducenti dei mezzi monitorati, mentre l’apparecchiatura, pur essendo in grado di registrare quantità praticamente illimitate di dati, conserverà le immagini – ai soli fini operativi – per un periodo massimo di 15 giorni, tutelando così la privacy. Una specifica segnaletica, inoltre, informerà i conducenti in transito sul tipo di controllo in corso di effettuazione tramite un apposito cartello posizionato in prossimità del rilevamento e che, in lingua italiana ed in lingua inglese.
Grazie alle tecnologie degli autovelox fiscali la finanza potrà creare un data-base di vetture sospette nei confronti delle quali verrà operato il controllo “fisico” vero e proprio, sia al momento del transito in dogana, sia al di fuori degli spazi doganali. Il primo mezzo mobile plurisensore è attivo da ieri al valico di Ponte Chiasso (Como), alla frontiera con la Svizzera, dove si registra la più alta percentuale di sequestri di valuta, mentre altre apparecchiature saranno posizionate nei prossimi giorni in varie località del nord d’Italia, oltre che al confine con la Repubblica di San Marino. Per chi viene trovato in possesso di somme di denaro o altri mezzi di pagamento non tracciabili per un valore pari o superiore ai 10mila euro, è prevista l’applicazione di una sanzione amministrativa che va da un minimo di 300 euro fino al 40 per cento dell’importo trasferito o che si tenta di trasferire in eccedenza della soglia di 10mila euro. Inoltre, chi viene scoperto sarà sottoposto a indagini antiriciclaggio tese a verificare l’eventuale provenienza del denaro da crimini tipici della criminalità organizzata, come racket e usura.
Nel settore dei traffici transfrontalieri di valuta, dall’inizio del 2009, fino al 15 settembre, la Guardia di finanza ha eseguito 4.620 controlli verbalizzando, anche in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane, 1.460 soggetti, con il sequestro di valuta nazionale ed estera e titoli per un valore complessivo pari a 396 milioni euro (il 26 per cento in più rispetto al 2008).
A tali dati occorre aggiungere anche i sequestri di notevole entità di titoli verosimilmente falsi effettuati dalla Guardia di finanza di Ponte Chiasso che ha intercettato nell’aprile scorso, in una valigetta “24 ore” di un professionista romano diretto in Svizzera bond giapponesi per un valore di 14 biliardi di euro (2 trilioni di yen). Nell’agosto scorso, la Guardia di finanza di Varese ha sequestrato a due filippini, poi arrestati, titoli di credito Usa falsi, del valore di 116 miliardi di dollari.