D’incidenti stradali si muore. Sempre più spesso ammazzati. E sempre più spesso da delinquenti che si mettono al volante ubriachi o sotto l’effetto di droga. Persone che, prima di bere o drogarsi, a mente lucida, sono perfettamente consapevoli di ciò che potrà accadere quando, fatti di cocaina, eroina, ectasy e alcol, si metteranno al volante. Ma nonostante questo lo fanno lo stesso. E nonostante questo continuano a essere trattati dalla (mala) giustizia italiana non come assassini volontari, quali in realtà sono, ma come colpevoli di omicidio colposo. Come una qualsiasi brava e onesta persona che si metta al volante sobria, senza aver mai provato in vita sua neppure uno spinello, con le cinture di sicurezza allacciate, rispettando i limiti di velocità, e per una sciagurata casualità resti coinvolta in un incidente. Persone oneste e delinquenti messi dunque sullo stesso piano, trattati allo stesso modo. E intanto i numeri degli incidenti causati dai killer del volante, continuano a salire.
Sono 214 (57 per cento in più rispetto ai 136 del primo semestre del 2008) gli episodi di pirateria stradale avvenuti solamente dall’inizio dell’anno; 43 le persone uccise (in calo del 10 per cento rispetto alle 48 dello scorso anno), di cui 12 solamente nel mese di luglio; 263 i feriti (+107 per cento rispetto ai 127 dei primi sei mesi 2008) . Un vero e proprio bollettino di guerra, certificato dai responsabili dell’osservatorio il Centauro – Asaps (l’ Associazione sostenitori della Polstrada). Numeri che sarebbero ancora più drammatici se il monitoraggio realizzato dall’Asaps, come precisato dagli stessi responsabili, “non riguardasse solo una piccola parte degli episodi effettivamente accaduti ma solo quelli più gravi. Quelli utili”, ha sottolineato il presidente dell’Asaps Giordano Biserni, “per ottenere importanti spunti di riflessione”. E su moltissimi di questi incidenti grava l’ombra dell’alcol e delle droghe: in addirittura 59 casi, il 37 per cento , ne è stata accertata la presenza. La regione più colpita è la Lombardia, con 36 episodi, seguita dal Lazio (29), Emilia-Romagna 28 e Veneto (18), Puglia (15), Liguria (14), Piemonte, Toscana e Sicilia (11). Le categorie deboli della strada, in particolare anziani e bambini, pagano un prezzo altissimo: 26 gli anziani coinvolti. Ma chi è il “pirata della strada”? E’ principalmente un maschio, di età compresa fra i 18 ed i 45 anni, spesso sotto effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti. I motivi della fuga sono sempre gli stessi: guida senza patente perchè non l’ha mai conseguita o gli è stata ritirata, perchè ha paura di perdere i punti e quindi la patente, oppure ha l’assicurazione scaduta o (caso sempre più frequente) addirittura falsificata. Recentissimamente sono state previste sanzioni più pesanti per l’omicidio colposo connesso col consumo di alcol o sostanze stupefacenti. Ma restano diversi problemi da risolvere. E il primo riguarda proprio la decisione di non considerare più omicidi colposi quelli commessi da persone che sanno perfettamente di potersi trasformare, una volta bevuto alcol e assunte droghe, in assassini. Assassini volontari, come dovrebbero finalmente essere trattati da uno Stato che voglia continuare ad avere la fiducia dei cittadini onesti, dalle persone “normali”. Povere vittime, poveri assassini, recita un detto caro soprattutto a coloro che vorrebbero sempre trovare una scusante a chiunque e a qualunque costo. Ma è giunta l’ora di distinguere nettamente: le vittime sono vittime, e gli assassini sono assassini. E come tali vanno trattati.
Pietro Barachetti