Chi va in bicicletta è un maleducato: “Bisogna investire in formazione”

Ciclisti ecologici, ma maleducati e incuranti del Codice della strada. L’allarme giunge direttamente dalla rete. Chi si muove sui pedali spesso non rispetta i segnali stradali, i semafori, utilizza i marciapiedi e viaggia di notte senza luci. “Maleducato è il ciclista che sfreccia sui marciapiedi reclamando strada a colpi di campanello”, si legge sul blog di Paolo Pinzuti di #salvaiciclisti sul Fatto Quotidiano, “esattamente come maleducato è l’automobilista che in autostrada ti si attacca al paraurti posteriore e ti chiede di spostarti insistendo sulla leva degli abbaglianti”. 

“Non esistono ciclisti o automobilisti”, si legge sul blog (clicca qui), “ma esistono persone che usano l’automobile o la bicicletta per spostarsi e che credono di essere più furbi degli altri, che parcheggiano nel posto riservato ai disabili o bruciano il semaforo rosso non appena ne hanno l’opportunità”.
Se il problema è la maleducazione, scrive Pinzuti, allora per cambiare la realtà può essere sufficiente intervenire in termini di educazione. “La Germania da anni sta investendo nella formazione di tutti gli utenti della strada, spiegano perché non bisogna bere e guidare, perché parlare al telefono mentre si è al volante non è una buona idea, perché la velocità uccide”. La formazione è fondamentale e in alcuni Paesi l’hanno capito. In Belgio, per esempio, “dove, grazie a un programma finanziato dallo Stato”, si legge sul Fatto Quotidiano, “i neociclisti vengono accompagnati da un coach che insegna loro come stare in sella e come ci si comporta sulla strada. In attesa che anche in Italia lo stato si occupi della formazione sulla strada di chi non necessariamente ha la patente, il gruppo di #salvaiciclisti di Roma ha deciso di lanciare un progetto: il Libero Ateneo del Ciclismo Urbano. Sarà gestito unicamente da volontari che, a settembre, durante la settimana europea della mobilità, si porranno il compito di formare vecchi e nuovi ciclisti su come si sta in strada nel rispetto degli altri, come si porta a casa la pelle e come si mette a punto la propria bicicletta per circolare in sicurezza”.