Controlli del salario minimo percepito da un camionista: diversi governi in Europa li hanno previsti con l’obiettivo di impedire che ci sia una concorrenza sleale, disponendo che un autista straniero che “lavori” in un Paese diverso dal suo venga retribuito come se fosse un lavoratore di quello Stato. In molti Paesi oltre frontiera questi controlli vengono effettuati, in Italia no, continuando a spalancare autostrade al dumping sociale, continuando a permettere che lavoratori stranieri vengano in Italia a “rubare” il lavoro ai trasportatori italiani sfruttando questa opportunità? Perché l’Italia non fa esattamente come gli altri Paese e non tutela, attraverso i controlli, i propri lavoratori? È una domanda che esige una risposta da parte dello Stato quella che Giuseppina Mussetola, segretario provinciale della Fai di Brescia, ha fatto presentando l’assemblea generale dell’autotrasporto in programma domenica nella sala conferenze UBI Banca “Corrado Faissola” di Brescia, in piazza monsignor Almici, 1. Continua a leggere