La crisi dell’auto non esiste tra i calciatori. Il rapporto tra i campioni del pallone e le quattro ruote è sempre stato molto intenso. Mario Gherarducci in un articolo sul “Corsera” di una decina di anni fa ricordava come già nel secondo dopoguerra c’era chi, con i soldi del primo stipendio, si precipitava dall’amico concessionario per prenotare una macchina costosa, che diventava una specie di status symbol, testimonianza viaggiante del successo raggiunto da un calciatore. C’è stato anche chi l’auto l’ha avuta in regalo dal suo presidente, come il capitano della grande Inter Armando Picchi, che ricevette una Jaguar nuova dal patron Angelo Moratti. Continua a leggere