Andava a 92 chilometri orari in un tratto di strada dove il massimo consentito è 90. Un eccesso di velocità come tanti, “fotografato” da un autovelox. La multa, 38 euro, è arrivata qualche mese dopo e alla donna in questione quel verbale sarà sembrato una pugnalata. Perché dietro quell’eccesso di velocità, come racconta il sito del Corriere della Sera, c’è una storia struggente. Quella sera Graziella Cecconello correva troppo perché poco prima un carabiniere le aveva detto al telefono che sua figlia Alessandra, di 33 anni, era in fin di vita all’ospedale dopo un’incidente in auto. Era una bugia: in realtà la donna era morta sul colpo. Continua a leggere