I biocarburanti di prima generazione riducono l’utilizzo del petrolio, ma tolgono cibo che potrebbe sfamare un terzo delle persone malnutrite nel mondo. L’allarme per l’utlizzo di prodotti alimentari per realizzare carburanti “bio” è stato lanciato da alcuni ricercatori del Politecnico di Milano. Secondo il loro studio, pubblicato su Scientific Reports, nel 2013 per i biocombustibili sono stati utilizzati il 4 per cento delle terre agricole e il 3 per cento dell’acqua dolce dedicata alla produzione di cibo: un quantitativo di risorse naturali, se impiegato per l’agricoltura, sufficiente a dar da mangiare a 280 milioni di persone. Continua a leggere