“A me fa male quando vedo un prete o una suora con un’auto di ultimo modello: ma non si può”. Le parole che Papa Francesco aveva esclamato il 6 luglio scorso incontrando in Vaticano i seminaristi, i novizi e le novizie in pellegrinaggio a Roma per l’Anno della Fede non sono state vane. L’appello di Bergoglio, che aveva comunque definito l’auto “necessaria” non è caduto nel vuoto. “Si deve fare tanto lavoro, spostarsi tanto, ma prendetene una più umile. Se prendete quella bella, pensate a quanti bambini muoiono di fame. Soltanto quello. La gioia non viene dalle cose che si hanno”, aveva detto il Papa. E così ora sono oltre una ventina i presuli e i monsignori che hanno rinunciato alla berlina di lusso per una più economica utilitaria. Continua a leggere