La stima dell’Airbus: “Entro il 2029 ci saranno 26mila nuovi aerei”

Entro il 2029 ci saranno quasi 26mila nuovi aerei che contribuiranno a soddisfare la domanda di trasporto aereo. La stima è stata fatta dal consorzio Airbus, noto costruttore di velivoli, nel corso dei lavori del Global Market Forecast. Ben 25mila saranno allestiti e impiegati per il trasporto passeggeri, per un controvalore di circa 2.900 miliardi di dollari. Inoltre, 10mila di questi rimpiazzeranno i velivoli meno efficienti e meno ecologici. I restanti 15mila costituiranno il vero incremento della disponibilità di sedili e volumi per le merci. Complessivamente, tra il 2010 e il 2029 saranno investiti circa 3.200 miliardi di dollari. “La ripresa è più forte del previsto e rafforza sia la resilienza del settore di recessione sia le persone che vogliono e hanno bisogno di volare”, ha affermato John Leahy, Chief Operating Officer Customers del consorzio Airbus. “Il nostro A320neo risponde a questa domanda futura, fornendo ai nostri clienti le più recenti innovazioni e le tecnologie, pur mantenendo la massima omogeneità. La nostra intera gamma di prodotti è molto ben posizionata per soddisfare le esigenze economiche e ambientali per una crescita sostenibile per i decenni a venire”.
Se le previsioni a lungo termine inducono all’ottimismo, anche nel breve periodo si vedono spiragli di sole. La Iata, che rappresenta 230 compagnie aeree (il 93 per cento del traffico internazionale) ha infatti rivisto al rialzo le previsioni dell’industria del trasporto aereo per il 2010 e il 2011, anche se, come ha detto il direttore generale e Ceo, Giovanni Bisignani, i margini sono ancora troppo bassi e il settore è ancora “malato”. Nel 2010 – prevede la Iata – i profitti globali delle compagnie dovrebbero salire a 15,1 miliardi di dollari, meglio degli 8,9 miliardi previsti a settembre e per il 2011 passare a 9,1 miliardi, in calo rispetto al 2010, ma in crescita rispetto alle precedenti stime di 5,3 miliardi. Ma il margine resta troppo debole: 2,7 per cento per il 2010 e appena l’1,5 per cento per il 2011. L’Europa continua a restare indietro, mentre oltre la metà degli utili del 2010 proverranno dalla regione Asia-Pacifico, trainata dalla Cina. In ogni caso, conferma Bisignani, “la ripresa appare ancora in pausa per l’anno prossimo” e i margini sono “patetici. I ricavi 2010 saranno pari a 565 miliardi di dollari. I nostri utili di 15,1 miliardi sono pari a un margine di 2,7 per cento. Se le compagnie aeree fossero un’associazione caritativa, questo sarebbe un ottimo risultato. Ma nel settore degli affari, il dato mostra che siamo ancora un’industria malata. Non riusciamo a coprire neanche la metà dei costi di capitale”. Per Bisignani, “l’industria resta fragile, sul filo del rasoio, qualsiasi shock potrebbe bloccare la ripresa, come dimostra l’impatto delle nuove tasse sulle compagnie e sui passeggeri che vengono applicate in Europa”.