Se le previsioni a lungo termine inducono all’ottimismo, anche nel breve periodo si vedono spiragli di sole. La Iata, che rappresenta 230 compagnie aeree (il 93 per cento del traffico internazionale) ha infatti rivisto al rialzo le previsioni dell’industria del trasporto aereo per il 2010 e il 2011, anche se, come ha detto il direttore generale e Ceo, Giovanni Bisignani, i margini sono ancora troppo bassi e il settore è ancora “malato”. Nel 2010 – prevede la Iata – i profitti globali delle compagnie dovrebbero salire a 15,1 miliardi di dollari, meglio degli 8,9 miliardi previsti a settembre e per il 2011 passare a 9,1 miliardi, in calo rispetto al 2010, ma in crescita rispetto alle precedenti stime di 5,3 miliardi. Ma il margine resta troppo debole: 2,7 per cento per il 2010 e appena l’1,5 per cento per il 2011. L’Europa continua a restare indietro, mentre oltre la metà degli utili del 2010 proverranno dalla regione Asia-Pacifico, trainata dalla Cina. In ogni caso, conferma Bisignani, “la ripresa appare ancora in pausa per l’anno prossimo” e i margini sono “patetici. I ricavi 2010 saranno pari a 565 miliardi di dollari. I nostri utili di 15,1 miliardi sono pari a un margine di 2,7 per cento. Se le compagnie aeree fossero un’associazione caritativa, questo sarebbe un ottimo risultato. Ma nel settore degli affari, il dato mostra che siamo ancora un’industria malata. Non riusciamo a coprire neanche la metà dei costi di capitale”. Per Bisignani, “l’industria resta fragile, sul filo del rasoio, qualsiasi shock potrebbe bloccare la ripresa, come dimostra l’impatto delle nuove tasse sulle compagnie e sui passeggeri che vengono applicate in Europa”.