La corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna a 18 anni per omicidio volontario a un nomade italiano che il 16 settembre 2007 in via Padova investì e uccise un pensionato sulle strisce pedonali. Giovanni Conti Papuzza stava attraversando in via Padova quando è stato travolta da una Mercedes classe A. Dopo due settimana la polizia locale di Milano aveva fermato Angelica Mirella De Bon, 24enne monzese proprietaria dell’auto. La donna è stata poi scarcerata perché considerata innocente. Qualche ora dopo il suo rilascio in carcere è però finito il suo fidanzato, Alessandro Braidic, un nomade romeno di 25 anni, residente al campo di via Idro a Milano. L’uomo non solo non aveva mai preso la patente, ma aveva alle spalle diversi precedenti penali. Al momento della notifica dell’ordine di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà (secondo le ricostruzioni dei testimoni l’auto aveva investito Conti a forte velocità, agganciando il corpo e trascinandolo per decine di metri, fino a ucciderlo) si trovava già in carcere, a Busto Arsizio, con l’accusa di rapina.
“La conferma a 18 anni di reclusione”, spiega il vice sindaco di Milano Riccardo De Corato, “è una punizione esemplare. L’auspicio è che i giudici comincino ora a contestare l’omicidio volontario anziché colposo, anche quando si commettono incidenti che causano decessi mentre si è alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe”. Nel 2009 a Milano ci sono stati, ricorda il vice sindaco “684 incidenti per guida in stato di ebbrezza (nel 2008 furono 893) e hanno causato 500 feriti (1.073 nel 2008) e quattro morti (due nel 2008). Mentre sono 349 i veicoli sequestrati dalla Polizia locale a guidatori ubriachi”. Un trend in diminuzione “ma che potrebbe ulteriormente ridursi se”, conclude De Corato, “certi colpevoli comportamenti di chi si mette alla guida fossero sanzionati più duramente”.