Erano costretti a guidare fino a 20 ore di fila e obbligati a fare dei raggiri per sfuggire ai controlli, sostituendo i dischi del cronotachigrafo e dichiarando falsi periodi di ferie. Altrimenti, per gli autisti della Tir Spagna Transports di Cesena e della Ces Tir di Pesaro (controllata dalla Tir Spagna) sarebbe scattato il licenziamento. Un vero e proprio inferno a cui hanno messo fine gli agenti della Polizia che hanno arrestato dieci persone (sei sono finite in cella mentre a quattro sono stati concessi gli arresti domiciliari), accusate di estorsione e omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.Le indagini, durate un anno e mezzo, e coordinate dai pm Filippo Santangelo e Francesco De Tommasi chiamata “Over Time” ha accertato che gli autisti delle ditte coinvolte venivano costretti a guidare i loro veicoli pesanti per un numero di ore, giornaliere e settimanali, abbondantemente superiore a quello previsto dalla normativa. Niente pause, niente riposi e l’obbligo di eludere i controlli con diversi stratagemmi. Come? Le tecniche utilizzate erano due, il doppio disco e le “finte ferie”. Nel primo caso, una volta terminato il limite massimo di ore di guida, l’autista era costretto a inserire un nuovo disco del cronotachigrafo per far risultare tutto in regola. Nel secondo caso, gli autisti consegnavano alle forze dell’ordine delle false dichiarazioni di ferie godute nei giorni precedenti per motivare il fatto di non essere in grado di mostrare i dischi degli ultimi giorni. Secondo gli inquirenti, gli autisti erano le vittime di questo sistema in quanto obbligati dai vertici aziendali, pena il licenziamento o l’assegnazione a mansioni più stressanti e meno remunerative. Oltre alle dichiarazioni degli autisti, a incastrare gli arrestati ci sarebbero intercettazioni telefoniche e prove documentali. Secondo l’accusa, il capo dell’organizzazione sarebbe stato Marino Buratti, 57 anni di Cesena. Con lui sono finiti in carcere la sua fidanzata Jurgita Pranckeviciute, lituana di 29 anni; Santo Crea, 47enne di Montebello Ionico (Reggio Calabria), già agli arresti domiciliari perché accusato di tentato omicidio di un autista; Donato Castriotta, 27enne di Manfredonia (Foggia); Luca Giordano, napoletano di 33 anni e Massimiliano Ventrucci, 40enne di Cesena. Sono invece stati concessi gli arresti domiciari ad Alfiero Celli, 63 anni di Roncofreddo, che gli inquirenti considerano un prestanome di Buratti, nonostante figuri come amministratore di Tir Spagna (è l’unico che non deve rispondere dell’accusa di estorsione e delle cautele anti-infortuni); Tanja Radic, 40enne di Belgrado; Iryna Kuznetsova, 30enne di nazionalità ucraina; e Igor Marini, 39enne di Cesena. Di Marino Buratti e della Tir Spagna si era già occupata la trasmissione televisiva “Le Iene”, con un servizio andato in onda a gennaio del 2008 che aveva documentato un viaggio di 26 ore, con 20 ore di guida, cinque di scarico merci e un’ora e tredici minuti di riposo.