Una telefonata arrivata al centralino della Fai di Bergamo, una delle tantissime che “squillano” ogni giorno nella sede di via Portico a Orio al Serio, fatte spessissimo da autotrasportatori associati alla federazione autotrasportatori italiani alla ricerca di un consiglio, di un’informazione, di una soluzione a un problema di lavoro. Una telefonata, dunque, come tante altre, ma destinata ad assumere un rilievo particolare perché “testimone” di qualcosa di particolarmente importante. Addirittura di una “svolta storica per il mondo dell’autotrasporto”, come l’hanno definita Giuseppe Cristinelli e Doriano Bendotti, presidente e segretario della federazione. Come avviene a tanti piccoli episodi, capaci però di raccontare qualcosa di grande. Già, perché quella telefonata è emblematica di come potranno mutare i rapporti fra committenza e trasportatori. Ma cosa ha detto di così importante quell’autotrasportatore? “Che per la prima volta in vita sua si era visto riconoscere dal committente le ore passate sul piazzale dall’autista in attesa che qualcuno arrivasse ad aprire, a scaricare, “prassi” quest’ultima purtroppo tristemente nota alla categoria costretta da sempre a sopportare le attese e farsi carico dei costi per quel tempo trascorso senza poter far nulla”, spiega Doriano Bendotti sottolineando come quell’associato “storico” alla Fai apparisse “quasi incredulo nel riferire quello che lui stesso aveva appena vissuto in prima persona”. A testimonianza di una svolta storica, arrivata grazie a una nuova norma che fa sì che il tempo fatto perdere dal committente al trasportatore “entri in fattura. “E l’aspetto forse più importante è che la richiesta di saldare anche le ore di tempo perse aspettando sul piazzale di carico e scarico merci sia stata accettata dal cliente senza batter ciglio”, evidenzia sempre il segretario della Fai bergamasca, “a conferma che qualcosa è finalmente cambiato a livello culturale”. “Il costo di quel trasporto, poche centinaia di euro, e quello del “risarcimento” per il tempo sprecato, per assurdo superiore al primo, è quasi insignificante nel bilancio di un’impresa di autotrasporto, ma questo episodio ha invece un significato grandissimo, perché è la prova che tutti gli sforzi compiuti in questi anni da chi guida la federazione sono serviti a cambiare una cultura che ha sempre visto l’autotrasporto come ultima ruota del carro, con la committenza invece oggi finalmente pronta a riconoscere che facciamo tutti parte di una filiera della quale siamo chiamati a condividere tutto”, aggiunge il presidente della Fai bergamasca, Giuseppe Cristinelli. “Ora attendiamo solo che anche il Parlamento accenda il semaforo verde sul nuovo decreto legge sulla responsabilità condivisa già approvato a maggio dal Consiglio dei ministri. Dopodiché per l’autotrasporto partirà davvero una nuova era”.