La “prof” è motociclista? Allora la lezione si fa in sella viaggiando fra storia, geografia, cultura

Da insegnante confessa di provare un grande piacere e anche un po’ d’emozione quando, rincontrando a distanza di anni suoi ex alunni ormai diventati uomini che hanno saputo “farsi strada” nella vita, “percorrendo” a volte carriere professionali importanti, le viene da pensare che forse un po’ è stato anche merito suo. Da motociclista, sua grande passione, spiega invece – sempre da brava “prof” – che sarebbe bellissimo un domani poter ritrovare qualche compagno, e soprattutto sempre più spesso compagna,  d’escursione in moto ai quali è riuscita a far scoprire nuovi itinerari e nuove mete, con la loro storia e la loro cultura.

La passione per le due ruote? Va “insegnata”, con una lezione particolare sulla sicurezza

O magari piloti, uomini e donne, ai quali è riuscita a trasmettere la passione per le due ruote, o addirittura che proprio lei ha magari fatto salire in sella per la prima volta. Senza dimenticare l’insegnamento più importante, quello sulla sicurezza, perché la moto, insegna, è la miglior compagna di viaggio solo quando si guida con la testa, senza correre perché è andando piano che si assaporano al massimo i paesaggi. Limitando al massimo i rischi che sulla strada viaggiano invece a tutta velocità come la prof motociclista ben sa anche per un terzo ruolo che riveste: quello di giornalista, “firma” del quotidiano L’Eco di Bergamo, con una “specializzazione” nel raccontare il mondo immobiliare.

La Scuderia motociclistica Norelli le ha offerto una “cattedra”  senza sedia ma con la sella 

E’ per tutto questo che Tiziana Sallese, insegnante-giornalista-motociclista ha accettato di accettare un nuovo incarico: entrare a far parte della Scuderia Motociclistica Fulvio Norelli con l’obiettivo di affiancare la storica associazione in un nuovo “viaggio” ideato dal Consiglio giallonero con l’obiettivo di coinvolgere innanzitutto sempre più il “mondo rosa a due ruote” – dando l’esempio – oltre che a “guidare e trainare” le attività del settore mototuristico della scuderia, invogliando sempre più persone – a partire proprio dalle donne – a salire in sella per una giornata in compagnia su due ruote alla scoperta di nuove mete…

La  storia di borghi, palazzi e chiese, della natura? Si studia meglio su due ruote 

Un nuovo “incarico” che Tiziana Sallese ha accettato, rispondendo all’invito rivoltole dal presidente della Norelli, Valter Giupponi, perché “il mototurismo è da sempre una mia grandissima passione e perché farlo in compagnia di sempre più “quote rosa” mi è apparso subito affascinante. In altre parole, la proposta della “Norelli” mi ha offerto l’opportunità di realizzare in un colpo solo due desideri che ho sempre nutrito negli ultimi 20 anni, ovvero da quando ho iniziato a cavalcare le due ruote. Rispetto agli inizi devo dire che oggi non è più così raro vedere una donna in sella a una moto.

Il sogno della prof? Avere una “classe” stracolma di donne motocicliste

E’ se è bello costatare che il mondo delle due ruote non è più così lontano per le donne sarà ancora più bello poter contribuire a facilitare questo lento avvicinamento a una passione tipicamente maschile. Come penso di “intepretare” questo nuovo ruolo di “pilota” dei nuovi progetti per far crescere le “quote rosa” e l’attività turistica? Innanzitutto proponendomi come “esempio” partecipando direttamente ai “giri” organizzati dalla Scuderia, provando a sfatare il mito che in sella a una moto ci può stare solo un uomo e, non ultimo, fornendo la prova che si può fare anche se non si ha un’ età non proprio più verde.

Chi ha detto che si dev’essere ragazzine per salire in sella? 

Conosco più d’una persone che si è avvicinata alla due ruote da “grande” e che ha un solo rimpianto: non averlo fartto prima, per godere della bellezza di una giornata passata facendo tornanti e curve. Magari in montagna, che è la mia meta preferita”. Parola di un’insegnante- giornalista-motociclista: che, invitata da bergamoduepuntozero.it  a raccontarsi nei suoi tre aspetti risponde che “è presto detto. Faccio l’insegnante perché amo stare con i giovani, perché sono la mia forza e la mia energia e perché spero di poter dar loro qualcosa di utile per costruirsi il loro futuro come uomini e donne. La giornalista? Perché sono curiosa, è perché non mi è mai piaciuto accontentarmi delle risposte scontate, facili e superficiali preferendo andare a fondo nelle cose, in tutte. Perché penso che un vero giornalista debba fare questo, altrimenti si è solo – detto simpaticamente per alcuni colleghi anche di testate nazionali – dei “pennivendoli”.

La moto non è solo uno strumento per viaggiare ma per vedere il mondo da un altro punto di vista

In quanto a motociclista, perché è la passione che mi permette, grazie al contatto diretto con il paesaggio che mi circonda, di riconciliarmi con il mondo. Spesso vado in moto anche da sola ed è bellissimo avere uno spazio mentale tutto proprio, senza nessuna interferenza dall’esterno”. ll ricordo più bello della sua vita da “prof”? E quello da giornalista? E, ovviamente, da motociclista? “Da prof quando incontro dei miei alunni ormai uomini che si sono creati un posto nel mondo: penso che un pochino sia anche merito mio.

Da giornalista  ama viaggiare alla scoperta di quello che non va e raccontarlo senza paura

Da giornalista la volta in cui, grazie a una mia piccola inchiesta, ho ottenuto che quello che era un vero e proprio scandalo sull’utilizzo da parte degli esercenti, e delle famiglie, di fondi di Regione Lombardia destinati alla scuola e utilizzato per altro, venisse alla luce.

… così come non la spaventa percorrere centinaia di chilometri superando una montagna di valichi 

Da motociclista ogni volta che in un giro mi “sparo” il giro di 4 passi svizzeri e poi torno a casa. Circa 450 chilometri in un giorno”. Cose che può fare solo chi in sella ci sta davvero per passione: a proposito, com’è nata? E in famiglia come l’hanno vissuta?  “E’ una passione che ho sempre avuto: da giovane avevo il Ciao, poi mi sono regalata la Vespa (erano anni in cui erano rarissime le donne anche sugli scooter), e in seguito una Kawasaki e infine la Yamaha che guido oggi e che devo dire, è  l’unica che non mi ha mai tradito. In famiglia più di tanto non si sono stupiti: mia figlia però adesso mi dice che se torno tardi, quando fa buio, mi toglie le chiavi della moto”. La moto dei sogni? “Una Bmw GS 1200, anche se temo ormai sia davvero solo un sogno … Non tanto per la guida, ma per la gestione del mezzo nelle manovre da ferma, nei parcheggi”.

Da tifosa ha seguito sempre in tv le “lezioni” in pista del “professor” Valentino Rossi 

E il pilota, invece, dei sogni? “Valentino Rossi per sempre … Praticamente non mi sono mai persa una sua gara fin dal suo esordio in Aprilia. Se capitava che fossimo in giro in moto ci fermavano al primo bar!” Il viaggio più bello mai fatto in sella e quello che vorrebbe fare? “In Sardegna, in Gallura … a giugno, uno spettacolo. Strade perfette come asfalto e zero traffico. Il viaggio che ho sognato, anche questo ormai irrealizzabile il coast to coast in America, ma con la mia moto e non con le Harley a noleggio…”.

Ecco tracciato l’identikit del miglior compagno d’escursione su due ruote 

Resta il tempo ancora per poche ultime domande dell’”interrogazione alla prof”: che caratteristiche deve possedere un ottimo “compagno di viaggio” in un’escursione in moto?  “Ahimè avere pazienza e aspettarmi in primo luogo, ma anche non volersi fermare praticamente mai. Perchè quando si va, si va. Salvo dedicare tutto il tempo che merita alla meta raggiunta, magari un antico borgo da visitare fra chiesette, palazzi, panorami mozzafiato come sanno esserlo quelli di certe zone di montagna che spero di poter ammirare con tanti amici e amiche motociclisti della Norelli”. Da insegnante, può  “tenere” una  mini lezione di sicurezza? Cosa non fare mai in sella?

E l’elenco delle cose che non vanno mai fatte mentre si guida 

“Quello che ripeto sempre anche a me stessa: non perdersi nei propri pensieri e mantenere alta l’attenzione. Ai miei alunni dico anche di non mettersi alla guida se sono arrabbiati perchè aprire il gas non è la soluzione, può essere solo pericoloso. A quelli più grandi dico invece di farsi la domanda che io stessa mi rivolgo: fino a quando potrò andare in moto? Perché tutto sommato ci vuole un pò di fisico. La risposta che mi do? “Ci penso la prossima stagione…”.

Articolo pubblicato su gentile concessione di bergamoduepuntozero.it