Bologna, a marzo apriranno
i cantieri per il tram su gomma

È ufficiale: apriranno a marzo i cantieri di Bologna per il Civis, il tram su gomma. Dopo l’avvio dei lavori (a settembre) a San Lazzaro ora tocca al capoluogo emiliano. Il cantiere verrà avviato a partire dalla zona della stazione. Non è ancora nato, ma il Civis già non convince commercianti e cittadini, tanto che il tram è diventato un tema da campagna elettorale per Palazzo D’Accursio. “Il tram su gomma basato su un sistema a guida ottica e trazione elettrica – spiegano dal sito de Il Bo Emilia – attraverserà la parte est della città, da San Lazzaro al centro storico. Cinque linee tramviare per un totale di 49 veicoli dovrebbero snellire il traffico stradale e recare altri vantaggi alla popolazione. Tra questi un minor impatto ambientale e l’abbattimento dell’inquinamento acustico. I vantaggi esposti dall’Atc e dal comune di San Lazzaro non convincono del tutto la popolazione. Cittadini che protestano per il disagio creato dai cantieri e timorosi delle vibrazioni che il Civis può produrre. Commercianti sul piede di guerra per le possibili ripercussioni sulle vendite. Le proteste sono molte e sempre più organizzate. Sono nati infatti tre Comitati No al Civis (San Lazzaro, via Emilia Levante e Mazzini, via Riva di Reno) che riuniscono numerosi commercianti ed imprenditori. I punti del disaccordo sono diversi. Viene criticato il mezzo, ossia il tram, considerato troppo ampio e ingombrante tanto da necessitare di un manto stradale più robusto. Critiche quindi alla necessità di aprire cantieri di lunga durata su strade ad altissima percorrenza. Tra i punti in questione anche l’investimento economico complessivo e il peggioramento della viabilità. Secondo i Comitati ci saranno ripercussioni negative sulla viabilità perchè, per far posto al Civis, il traffico verrà deviato nelle strade laterali. Alla voce dei commercianti si unisce quella dei cittadini, forse meno decisi, ma comunque non proprio d’accordo sul progetto. Un nostro lettore, che si dichiara possibilista, nonostante abbia subito l’espropriazione di una parte del suo giardino chiede per quale motivo non sia stato fatto un referendum popolare”.