Sono in molti a essersi schierati in questi ultimi mesi a favore dall’alta velocità, della Tav. Pochissimi, o forse addirittura nessuno, avrebbero però immaginato che a scendere in campo fra i “Sì Tav” potesse esserci anche il Papa. E invece, stupendo molti, Papa Bergoglio ha “impartito la propria benedizione” all’opera durissimamente osteggiata dai grillini affermando che “l’alta velocità è un’opera pubblica di importanza strategica, che realizza un collegamento essenziale lungo gli assi principali del Paese e ogni giorno offre a migliaia di passeggeri un servizio di notevole qualità”. Un riconoscimento “dall’alto”, quello del Pontefice, avvenuto durante l’udienza nella sala Clementina del palazzo Apostolico in Vaticano a dirigenti e dipendenti delle gruppo Ferrovie dello Stato.”Sono davvero sensazionali i progressi compiuti e le innovazioni introdotte in questo breve arco di tempo, che ha visto l’aumento della rapidità negli spostamenti, l’incremento dei servizi e dei comfort per i passeggeri, un’interazione sempre più forte con i territori e con altri mezzi di trasporto, oltre a un grande sviluppo delle stazioni dell’Alta Velocità”, ha osservato il Papa. “Questa rapida evoluzione scaturisce da un’accurata e avveduta progettualità”. Per Papa Francesco, in una società in così rapida evoluzione, come la nostra, è inoltre “imprescindibile formulare un progetto chiaro di azione, ispirato a una visione del futuro che si sta costruendo, da adattare via via sulla base delle nuove circostanze. Tale visione è frutto di approfondimento e studio, richiede la collaborazione con esperti e una conoscenza approfondita delle dinamiche della società, ai cui bisogni vuole rispondere. Essa”, raccomanda il Pontefice, “ancor più che in passato, dovrà essere una visione d’insieme sulla realtà e sui problemi, perché mai come oggi bisogna riconoscere che gli individui, i gruppi, le comunità locali e gli Stati non sono realtà a sé stanti: la globalizzazione ci mette davanti all’urgenza di lavorare e pensare insieme, perché non siamo isole, ma siamo piuttosto dei punti di raccordo”.