Nel riordino delle tax expenditure, ossia delle agevolazioni fiscali, annunciato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte nel suo discorso alla Camera c’è anche un taglio del rimborso sulle accise del gasolio in favore degli autotrasportatori? A domandarselo è un servizio pubblicato dal settimanale L’Espresso dedicato alle esenzioni fiscali che pesano sul bilancio pubblico per decine di miliardi e alla promessa, fatta appunto dal premier, di riformarle. Con la possibilità d’intervenire, sostiene l’autore dell’articolo, Vittorio Malagutti, in particolar modo sui Sad, ovvero i sussidi ambientali dannosi ”che oltre a rappresentare un onere per il bilancio dello Stato provocano altri danni, per così dire collaterali”. “E tra quelli maggiormente onerosi per le casse pubbliche c’è proprio il parziale rimborso a favore degli autotrasportatori dell’assisa per il gasolio” che, sottolinea l’Espresso, “vale da sola oltre 1,6 miliardi di euro l’anno in termini di minori entrate per l’Erario e di fatto funziona come un incentivo al trasporto su gomma più inquinante rispetto a quello ferroviario”. Un sussidio che, unito a quello per il carburante usato dagli aerei e a quello per le macchine agricole, vale circa 4 miliardi di euro l’anno, utilissimi per un Governo alla disperata ricerca di soldi. Agevolazioni fiscali dunque a rischio? Difficile pensarlo e non solo perché Giuseppe Conte ha sottolineato nel suo intervento che “il riordino delle agevolazioni fiscali avverrà solo a patto di salvaguardare la funzione sociale e ridistributiva di questo strumento”, ma anche perché (al di là dei fondatissimi timori di una vera e propria rivolta degli autotrasportatori e che potrebbe mettere in ginocchio il Paese) è la storia recente a dire che “tagliare gli sconti” è un problema quasi impossibile. Ci hanno provato altri Governi, in passato, ma nessuno è mai riuscito a farlo realmente. Forse perché, sottolinea un passaggio dell’articolo del settimanale in edicola, “tagliare o abolire del tutto questi sconti fiscali esporrebbe il governo a un rischio pari se non superiore ai possibili benefici per il bilancio pubblico…”.