“Il Porto di Napoli non è uno scalo moderno, mancano le infrastrutture e il sistema di collegamento ferroviario e stradale, più volte finanziato grazie ai fondi Pon, primae Por poi, è ancora solo un progetto su carta, ben lontano dalla realizzazione”. A denunciarlo è il senatore Vincenzo Presutto, del Movimento 5 Stelle, che in un’interrogazione scritta e firmata da altri 17 senatori ha chiesto l’intervento del ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli, per fare chiarezza sulla gestione dell’Autorità di sistema portuale che, denuncia Vincenzo Presutto, rischia di fare perdere altri fondi europei fondamentali per lo sviluppo del porto dopo i 17,5 milioni di euro disponibili fra il 2007 e il 2013 andati invece persi per controversie amministrative con i poteri forti del porto. “Oggi la realizzazione dei collegamenti ferroviari e stradali è passata a una seconda fase di programmazione con un impegno di spesa pari a 30,239 milioni di euro ma anche in questo caso si rischia di perdere nuovamente i fondi perché l’Autorità di sistema portuale Tirreno Centrale con una delibera del 3 maggio scorso ha approvato la progettazione definitiva e esecutiva della Darsena di Levante a Terminal contenitori e ha incluso, tra le opere di collegamento, anche la progettazione del collegamento stradale e ferroviario, interno ed esterno all’ambito portuale, per il Terminal di Levante”, si legge nel documento. “Questo richiede altre autorizzazioni e concessioni e per questo i lavori non sono ancora partiti e si rischia che non partiranno mai a causa delle imminenti scadenze”. Nell’interrogazione parlamentare i 18 senatori del Movimento 5 Stelle chiedono al ministro Toninelli “di verificare la condotta e la legittimità dell’operato dell’Autorità di Sistema Portuale Tirreno Centrale in ordine alle modifiche progettuali apportate ai collegamenti stradali e ferroviari della nuova Darsena di Levante, visto che in alcuni casi si potrebbe ravvisare un danno economico per esborsi di denaro relativi alla stesura del progetto e per aver sospeso una gara già avviata relativa a rimodulazione di concessioni” oltre che di verificare “ial rischio di compromettere la realizzazione della Zes, la Zona economica speciale, che richiede la realizzazione di infrastrutture adeguate per i collegamenti ferroviari e stradali, che però sono state ritardate per le ultime modifiche progettuali”.