Gli uffici delle Motorizzazioni civili in Italia hanno bisogno di personale per far “ripartire” i controlli sui mezzi pesanti, per effettuare quelle revisioni periodiche senza le quali i Tir non possono viaggiare e con essi le merci, mettendo così un doppio freno all’economia. L’assunzione di 280 nuovi ingegneri è stata promessa dal Governo, le risorse economiche per pagare gli stipendi ci sono, ma c’è il rischio che quei soldi vengano utilizzati diversamente, magari per assumere qualche “burocrate” in più. A lanciare l’allarme, dal palco dell’assemblea degli autotrasportatori di Brescia della quale è stato uno degli ospiti d’eccezione (insieme al presidente di Fai Service Fabrizio Palenzona e al neosegretario della Federazione autotrasportatori italiani nazionale, Andrea Manfron), è stato il presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggè. “C’è il pericolo reale che quelle risorse, fortemente volute dallo stesso ministro per le Infrastrutture e i trasporti Graziano Delrio, perfettamente conscio di tale esigenza, destinate a far ripartire le Motorizzazioni vengano invece messe in un fondo comune e possano essere utilizzate per l’aumento del personale della pubblica amministrazione”, ha confermato Paolo Uggé, “e questo significherebbe non veder più i nuovi ingegneri promessi. Sono queste le cose che non funzionano in questo Paese e sono queste le cose che vanno dette dalle associazioni a gran voce a chi guida il Paese, al mondo della politica”. Un grido d’allarme per una possibile nuova “pessima manovra” compiuta dallo Stato, ma anche un appello al mondo delle associazioni di settore perché facciano sempre più con forza ” quello per cui sono state create: ovvero tutelare i lavoratori, gli associati”. In questo caso “combattendo quella macchina burocratica che rappresenta uno dei carichi più pesanti che frenano la competitività, la sostenibilità ambientale sociale economica del Paese. Non è togliendo i nuovi ingegneri, “ingranaggi” indispensabili per far funzionare il motore delle Motorizzazioni civili, che si aiuta il Paese a crescere”, ha concluso Paolo Uggé. “Così si continua soltanto a negare ai nostri imprenditori la possibilità di essere identici agli altri, relegandoli al ruolo di cittadini e lavoratori di serie B. Ma nessuno deve arrendersi e lasciarsi andare pensando magari che tutto è inutile e che protestare non servirà a nulla. Occorre invece combattere per far cambiare strada a quella burocrazia che non ha capito una cosa: che proseguendo sulla vecchia strada si sta trasportando il Paese verso la rovina”. Di certo non si arrenderà Conftrasporto visto che a Brescia Paolo Uggè ha assicurato a più riprese che la federazione “ è pronta con ogni iniziativa utile a sostenere l’indifferibile richiesta”.