“Una volta nelle squadre di calcio italiane giocavano uno o due stranieri. Oggi ci sono formazioni che scendono in campo senza neppure un giocatore italiano. E questo grazie alla cosiddetta sentenza Bosman con la quale la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha stabilito che tutti i calciatori potevano trasferirsi gratuitamente alla fine del loro contratto da un club appartenente a una federazione calcistica dell’Unione Europea a un club appartenente ad un’altra federazione calcistica, sempre dell’Unione Europea. La stessa cosa sta succedendo nell’autotrasporto. Anni fa trovare dei conducenti stranieri su Tir di imprese di autotrasporto era l’eccezione, oggi è la regola”.
Ha utilizzato un paragone calcistico, Enzo Pompilio, consulente del lavoro di Fai, per raccontare ai numerosi ospiti del convegno “Autotrasporto anno 2017. La sfida logistica, le novità normative, la concorrenza europea” organizzato da Fai Milano sabato mattina nella sede di via Bacchiglione, i cambiamenti del mercato nell’era dell’Europa unita. Illustrando con grandissima chiarezza i principali aspetti gestionali e normativi per le imprese del settore trasporto e logistica, ma mettendo anche in guardia le imprese italiane che, con troppa faciloneria, hanno deciso di non assumere dipendenti italiani ma stranieri perché molto meno “costosi”. “Perché se è vero che in Bulgaria il contratto nazionale di lavoro dell’autotrasporto prevede uno stipendio di circa 350 euro al mese, contro i 1.700 del contratto italiano, e che molti autisti bulgari, ma anche di altri paesi dell’Est vengono assunti da imprese italiane a quelle condizioni”, ha sottolineato Enzo Pompilio, “è altrettanto vero che, una volta venuti a conoscenza del fatto che in Italia un conducente va pagato quasi cinque volte tanto, molti conducenti stranieri faranno causa all’impresa. Che dovrà pagare. Diversi autisti dell’Est hanno già citato i datori di lavoro italiani in tribunale per questo motivo, e quello che all’inizio sembrava un grande affare rischia di diventare un costosissimo boomerang”.