Finché giornali, radio e tv non dedicheranno la giusta attenzione a un settore come quello dei trasporti e della logistica, alle ricadute che questo mondo ha sulla sicurezza dei cittadini, sulla competitività del sistema economico ma anche sugli equilibri sempre più instabili dello stesso sistema pensionistico, difficilmente l’Italia potrà crescere, mentre – purtroppo saranno destinati a crescere i numeri di feriti e morti sulle strade. È un messaggio forte, diretto a chi, come i giornalisti, dovrebbe aiutare il Paese a capire (soprattutto temi a volte non facili) e a crescere, quello che il presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggé ha voluto lanciare in un comunicato stampa diffuso da Confcommercio. Un messaggio lanciato all’indomani dell’ennesima tragedia (che ha avuto per protagonista in tir, guidato da un camionista ubriaco che ha ucciso due persone sulla Milano Torino), ma soprattutto all’indomani di un importante segnale, dato dalla “grande stampa”, di voler “approfondire, con un articolo pubblicato dal Dario Di Vico sul Corriere della Sera intitolato “I tir e gli autisti a chilometraggio illimitato venuti dall’Est (per leggere l’articolo cliccate qui). Un articolo in cui la firma del Corriere ha denunciato “un mondo di camionisti improvvisati che vengono da Romania, Serbia, Bulgaria o Slovacchia” e che “per 500 euro al mese lavorano senza regole, reclutati da agenzie interinali che a loro volta contattano direttamente le ditte italiane offrendo un «dumping umano» a chilometraggio illimitato”, e tutto questo in un Paese, l’Italia “dove esiste presso il ministero dei Trasporti un albo dell’autotrasporto ma non siamo in grado di sapere quanti ditte dell’Est europeo lavorano da noi e quanti sono i camionisti con la stessa provenienza geografica che percorrono quotidianamente le nostre autostrade”. Una “lettura” di quanto accaduto e di quanto potrebbe accadere lucida, un approfondimento atteso (purtroppo inutilmente anche su altre testate e da altri giornalisti) che ha spinto Paolo Uggé a sottolinearne l’importanza, magari con l’augurio possa rappresentare un’importante svolta nella comunicazione. “Occorre riconoscere al Corriere della Sera e al suo giornalista Dario Di Vico di avere saputo, a differenza di altri, mettere in evidenza uno dei temi che impattano con tre grandi questioni strettamente connesse tra loro: competitività, sicurezza e occupazione che debbono poter convivere senza scaricare su altri le conseguenze”, ha commentato Paolo Uggé nel comunicato stampa diffuso da Confcommercio. Una conferma autorevole, quella fornita dal Corriere della sera, che “la logistica e i trasporti sono una componente essenziale per la competitività di un sistema economico”, ma anche uno spunto per porsi nuove domande a cui dare risposta. ” Occorre rispondere a un quesito fondamentale: é giusto che per essere competitivi sul mercato si debba ricorrere a forme di sfruttamento di chi lavora?”, si chiede Paolo Uggé. “Conftrasporto, e più volte concretamente lo ha dimostrato, sostiene che compito di uno Stato democratico sia quello di saperli coniugare. Quello che serve sono le regole ma soprattutto occorre farle rispettare. Controlli mirati attraverso pattuglie dedicate, responsabilità condivisa, tra tutti coloro che concorrono a effettuare un’operazione di trasporto, garanzia di fare ricorso a personale qualificato, evitando, che attraverso l’aggiramento di norme esistenti gli episodi di sfruttamento, o di auto sfruttamento, sulle strade abbiano a circolare conducenti la cui remunerazione sia legata al numero ed ai tempi di consegna. Per realizzare questi obiettivi di civiltà occorrono normative, e ci sono, forme di controllo e organismi giudicanti che non annullino leggi che favoriscano un sistema all’interno del quale, le operazioni di trasporto possano reggersi, in diversi casi, sullo sfruttamento dei lavoratori. Coloro che sostengono che il rispetto delle leggi produrrebbe una perdita di competitività per l’aumento che ne deriverebbe sul costo per unità di prodotto, dicono bugie. Basterebbe pensare quanto su un viaggio medio di 300 chilometri un autotreno di 28 tonnellate che trasporti pasta o carburante incida un aumento del prezzo del trasporto anche del 20 per cento. Su un chilo di pasta o su un litro di benzina lo 0,004. E’ allora l’esasperata concorrenza generata, per lo più, da intermediari parassitari oppure a una catena logistica non funzionale o ancora a un sistema produttivo che esaspera la logica del così detto just in time, la principale causa che determina tanti lutti sulle strade. Sarà un caso ma da quando la legge che obbligava a garantire il rispetto dei costi minimi, derivanti dai costi incomprimibili, nelle prestazioni di auto trasporto è stata depotenziata da giudizi della magistratura europea e italiana, gli incidenti sono incrementati. Ed ancora il forte incremento del ricorso a conducenti che provengono da Paesi dell’ Est, solo perché costano meno o magari utilizzando dipendenti italiani assunti da cooperative irregolari, solo per abbassare il costo del lavoro, sono i principali elementi che concorrono a determinare sciagure sulle strade. Senza un intervento deciso sia da parte delle Autorità nazionali (siamo ancora in attesa che il ministero del Lavoro emani i provvedimenti attuativi del decreto legislativo che introduce delle forme di controllo sull’utilizzo del personale estero) ma soprattutto senza modifiche legislative a livello comunitario contro le forme di dumping sociale (i Paesi dell’Est attuano forte resistenza a proposito) non si genereranno vere condizioni per reali cambiamenti. Occorrerà allora un impegno dei governi, dei parlamentari, di chi dice di tutelare i lavoratori (al di là di chiacchiere e demagogia non possiamo registrare concreti interventi in merito). Ma soprattutto se i media (Dario Di Vico e’ stato uno dei pochi, o forse il solo, a voler trattare l’argomento, così ostico e delicato) non dedicheranno l’attenzione che merita un simile tema – che riveste particolare importanza per la sicurezza dei cittadini e per la competitività di un sistema economico o per l’equilibrio dello stesso sistema pensionistico – purtroppo continueremo a registrare nei fatti di cronaca simili drammatici episodi, che invece dovrebbero avere una valenza economico-sociale”.