In quattro anni il contrabbando dei prodotti petroliferi è aumentato del 231 per cento. I numeri, diffusi nel corso dell’assemblea annuale dell’Unione petrolifera, dicono che nel 2015 i prodotti energetici “consumati in frode” sono stati circa 191mila tonnellate, mentre nel 2011 erano 58mila.
Nel 2015, la Guardia di Finanza ha sequestrato 4.500 tonnellate di prodotti energetici, contro le 1.700 del 2011. Il totale degli interventi, circa 3.800 l’anno, è rimasto costante nel corso del tempo. “Tra i casi particolarmente preoccupanti ed emergenti”, si legge nella relazione dell’Unione petrolifera, “vi è l’arrivo nei porti nazionali di navi di piccole dimensioni (4-6 mila tonnellate di portata), con carichi di carburanti provenienti da taluni Stati dell’Unione Europea (Cipro, Malta; Slovenia, Grecia), ma originari di Stati a forte instabilità politica (Libia, Siria, Iraq), a prezzi ingiustificabilmente inferiori a quelli del mercato internazionale”. In crescita anche il fenomeno dei furti nei punti vendita, con 1.208 illeciti nel 2015, contro i 1.180 dell’anno precedente. “L’altra fattispecie di azioni criminose, che desta forte preoccupazione”, spiega l’Unione petrolifera, “riguarda gli attacchi alle strutture petrolifere: in questa seconda tipologia di fenomeni, non per questo meno rilevanti, rientrano sia gli attacchi agli accettatori di banconote per la sottrazione di contanti sulla rete carburanti che i furti di prodotto sugli oleodotti”. Nel corso dell’assemblea è emerso anche che nei primi cinque mesi del 2016 gli automobilisti italiani hanno risparmiato circa 3 miliardi di euro, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, grazie alla riduzione dei prezzi dei carburanti. Nel 2015, il risparmio complessivo è stato di circa 8 miliardi. Secondo l’Unione petrolifera, lo stacco ponderato del prezzo industriale (al netto delle tasse) di benzina e gasolio è stato nello stesso periodo inferiore di 3 millesimi rispetto a quello dei Paesi dell’aerea euro.