Nessun altro Paese ha ricevuto in dono, da madre natura, la fortuna di essere la più straordinaria piattaforma logistica sul Mediterraneo. Un vantaggio in partenza straordinario che purtroppo chi è stato chiamato a guidare il nostro Paese non ha saputo sfruttare, come denunciato più volte in passato dal presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggè. Negli ultimi tempi, però, qualcosa sembra essersi finalmente mosso, e le autostrade del mare sembrano aver “accelerato” la propria corsa, come conferma un addetto ai lavori che dispone di un osservatorio privilegiato sul mercato dei trasporti via mare, Pierre Canu, direttore commerciale merci di Tirrenia.“La conformazione geografica del nostro Paese rispetto a quelli circostanti nel bacino del Mediterraneo crea sicuramente le condizioni ideali per una rete di collegamenti vasta e sempre più performante”, esordisce Pierre Canu, “e unitamente a questo la recente riforma del Codice della strada caratterizzata dalle limitazioni dei tempi di guida degli autisti dei mezzi pesanti crea oggi le condizioni ideali per potenziare, e quindi migliorare, la rete dei collegamenti esistenti in un mercato sempre più concorrenziale. A questo proposito, dopo esserci confrontati e aver condiviso le possibili strategie con gli attori del mercato siciliano e dell’isola di Malta, siamo pronti per aprire nuovi e importanti collegamenti che saranno basati su frequenza e velocità d’esecuzione”. Un passo importantissimo per incrementare il traffico merci e commerciale riguarda lo “Sky team” del mare, ovvero un network per garantire la sicurezza del trasporto e dei trasportatori, una grande alleanza per mettere sul mercato una pluralità di offerte per le autostrade del mare nel Mediterraneo: di cosa si tratta esattamente? “L’obiettivo che abbiamo voluto conseguire è quello di mettere a disposizione del mercato il know how di due gruppi da tempo protagonisti nei collegamenti all’interno del Mediterraneo. L’intesa tra Tirrenia e Gnv è volta a potenziare i trasporti via mare e a beneficiarne sarà soprattutto il porto di Catania destinato a diventare un nuovo hub del Mediterraneo. Si tratta di un’alleanza commerciale per integrazione di due network”. In un futuro prossimo potrebbe essere possibile arrivare anche all’emissione di un biglietto unico? “Al momento non è un’esigenza sentita, poiché i clienti sono abituati da tempo a una pluralità di rapporti con varie compagnie, ma ci impegneremo a valutare nelle sedi opportune questa possibilità e modalità”. Altro passo significativo: l’apertura delle nuove rotte Genova – Livorno – Catania e Catania – Malta: perché questa decisione e che servizio offriranno? “Più che passo significativo consideriamo questi nuovi collegamenti una grande opportunità per il mercato. Inizialmente ci proporremo con quattro partenze settimanali da Genova e da Livorno per Catania e viceversa, e tre partenze settimanali da Catania per Malta e viceversa. I tempi di percorrenza, quindi gli orari di partenza e arrivo, sono stati innanzitutto condivisi con gli autotrasportatori, i veri protagonisti di un mercato sempre più esigente. Le nuove linee si affiancano alle storiche rotte Ravenna – Brindisi – Catania solo merci e Napoli – Palermo sia passeggeri sia merci”. Il “combinato strada mare” si favorisce anche attraverso altre iniziative come, per esempio, particolari convenzioni. Voi ne avete sottoscritte? E cosa propongono? “Da sempre abbiamo creduto nelle collaborazioni dirette con le associazioni di categoria con la finalità di poter meglio programmare e coordinare le reciproche attività per raccogliere le esigenze”. A proposito di accordi (e alleanze): quanto è importante la scelta associativa di entrare in Conftrasporto? E l’obiettivo di rafforzare la costituzione della “casa comune” in Confcommercio/Conftrasporto è davvero vicino? “Riteniamo che sia la casa naturale per le aziende che si occupano di trasporto e di integrazione delle modalità, quindi è importante avere una visione integrata del trasporto via mare, terra e ferro. Ciò è possibile solo in un ambito di comune condivisione delle esigenze e delle opportunità da sviluppare in comune con i vari settori del trasporto”. Ci sono altre passibili iniziative all’orizzonte? “Stiamo studiando altre occasioni di sviluppo, che valuteremo in futuro”. Da quello che possono fare gli armatori a quanto può fare la “politica”: perché l’Italia sia davvero la piattaforma logistica europea nel Mediterraneo cosa occorre fare? Dalla nuova e funzionale retroportualità ai porti strategici quali sono le priorità? “Un punto fermo e strategico saranno gli investimenti che lo Stato vorrà e dovrà fare per migliorare concretamente le infrastrutture portuali, partendo dalla manutenzione e dal miglioramento di quelle esistenti, alla realizzazione di nuove banchine e spazi retrostanti, al fine di favorire l’intermodalità che risulta essere sempre più la chiave strategica per andare incontro alle esigenze del mercato”.