Finanziamenti per i traghetti: c’è chi guarda all’interesse di tutti e chi ai propri

Si è fatto un gran parlare, talvolta a sproposito, sulla richiesta che Conftrasporto ha fatto in relazione alla concessione di benefici al settore marittimo. Molti non hanno voluto comprendere lo spirito della proposta che tendeva solo a far sì che le risorse messe a disposizione dal Governo, nel rispetto delle normative che riguardano l’armamento, si coniugassero con la necessità di salvaguardare anche i livelli occupazionali comunitari. È facilmente comprensibile che chi si è sentito colpito, e cioè chi traeva benefici dall’utilizzo di deroghe concesse forse con una certa elasticità, abbia provato a presentare la proposta di Conftrasporto come un tentativo per salvaguardare qualcuno in particolare (nella fattispecie chi era contrario a regalare finanziamenti per l’assunzione di extracomunitari con l’unico obiettivo di pagare il meno possibile). Niente di più falso: Conftrasporto ha preso quella decisione solo perché  seguiva una rotta ben precisa intrapresa da tempo: quella che conduce al rispetto delle regole e alla più profonda attenzione ai temi legati all’occupazione, con l’obiettivo d’impedire forme di distorsione della concorrenza. Un impegno che non ha riguardato solo il settore marittimo ma anche l’autotrasporto, con iniziative condotte sia a livello nazionale sia europeo per impedire a chi utilizza gli “interstizi” delle norme per ottenere benefici e condizioni che ricadano sui lavoratori di determinare forme di concorrenza sleale. Ora che il Senato si è espresso con una maggioranza trasversale, numericamente significativa (più dell’80 per cento dei votanti) a favore della posizione sostenuta da Conftrasporto, la speranza è che certe dichiarazioni cessino definitivamente. Comprese quelle di  qualche rappresentante del Governo che, sbagliando, si è fatto paladino di un teorema del tutto inesistente, sostenendo che si volesse colpire una azienda in particolare, assumendo di fatto il ruolo di difensore d’ufficio di un’azienda. Ora il Governo deve legiferare secondo le indicazioni del Parlamento. L’augurio è che venga evitato che ciò che è uscito dalla finestra possa rientrare dalla porta.

Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio