Raggi laser puntati contro gli aerei, colpito anche il volo di Papa Francesco

Piloti accecati, atterraggi d’emergenza e tanta paura. È allarme per i raggi laser che sempre più spesso prendono di mira gli aerei in decollo o in atterraggio. L’ultimo episodio, fortunatamente senza conseguenze, ha coinvolto il volo che portava Papa Francesco da L’Avana a Città del Messico. È andata peggio a un copilota di un volo della Virgin Atlantic decollato da Londra e diretto a New York: il raggio ha colpito la retina del copilota costringendo l’equipaggio a una manovra di rientro. Fortunatamente in Italia il fenomeno è ancora limitato, mentre in Gran Bretagna i piloti sono arrivati a fare una petizione per vietare questi strumenti.

L’episodio accaduto all’aereo del Papa risale a venerdì 12 febbraio, giorno dell’arrivo del Pontefice in Messico. Durante l’atterraggio a Città del Messico, l’equipaggio del volo Alitalia AZ4000 (in arrivo da L’Avana) ha notato, come altri aerei, una luce laser che da terra puntava sui velivoli in arrivo. Come spiega la compagnia italiana, il comandante, Massimiliano Marselli, ha prontamente fatto rapporto alla torre di controllo, come da normale procedura in occasioni come queste, e nessun membro dell’equipaggio, né tantomeno alcun passeggero ha subito alcun danno. Le operazioni di atterraggio si sono svolte regolarmente, in piena e totale sicurezza. Più preoccupante l’avventura del volo della Virgin Atlantic, con a bordo 252 passeggeri e 15 membri dell’equipaggio, decollato da Londra e diretto a New York. Il raggio laser ha infatti “accecato” il copilota mentre l’aereo prendeva quota e il comandante ha avviato l’operazione di rientro, che comunque si è conclusa senza problemi. In Gran Bretagna la “moda” è ormai diffusa tanto che i piloti hanno fatto una petizione al governo affinché metta al bando come armi vere e proprie questi laser. In Italia “ci sono stati degli episodi negli anni e mesi scorsi, ma sono ancora limitati”, spiega Ivan Viglietti, responsabile piloti della Uiltrasporti, aggiungendo che “è un problema che esiste e che stiamo seguendo. In Italia è un reato e i controlli intorno al sedimento aeroportuale ci sono, ma è una cosa su cui tenere alta la guardia”. “È un fenomeno che si verifica già da un po’ di anni”, aggiunge Fabrizio Cuscito della Filt Cgil: “A me è capitato personalmente nel 2008, questi raggi possono arrivare anche ad altitudini elevatissime di 5-6 mila metri e lo fanno spesso in fase di atterraggio, che è una fase molto delicata del volo”.