Autisti idonei a guidare i Tir per i medici di base: la commissione gli ritira la patente

Un po’ d’esercizio fisico, il suono della radio ad alto volume, una luce brillante, un po’ di conversazione, i finestrini abbassati per far entrare l’aria fresca, fino al ricorso a overdosi di caffè o all’uso di farmaci stimolanti: sono tanti gli stratagemmi a cui si affida chi, al volante, è stato colpito da un attacco di sonnolenza. Tutti rimedi però da evitare perché l’unica cura contro un colpo di sonno al volante, nemico subdolo perché molto più pericoloso di quanto viene invece considerato, è prevenirlo. Con il rimedio più semplice e naturale: il sonno. Recuperando uno stile di vita più sano che consenta al fisico di “ricaricarsi”, esattamente come fosse una pila, anche in quest’era  in cui l’homo sapiens sembra essere stato rimpiazzato dall’homo semper vigilans, nella società delle 24 ore dove gli spazi per riposarsi sembrano essere diminuiti sempre più. A denunciare l’importanza del sonno come “medicina” per vivere meglio ma soprattutto come freno al pericolo che, più diminuisce il sonno più aumenta sulle strade, sono stati i relatori del convegno ospitato sabato 17 ottobre a Verona nella sala convegni Unicredit di via Garibaldi 2 e organizzato dai responsabili del  centro del sonno dell’Ospedale Sacro cuore Don Calabria  di Negrar. Un convegno per denunciare i troppi incidenti stradali causati da un pericolo, il colpo di sonno, troppo sottovalutato; per aiutare  a riconoscere i soggetti a rischio; per comprendere come si può aumentare la soglia di sicurezza nei diversi ambienti di lavoro A partire dalle imprese di autotrasporti, con decine, centinaia di migliaia di lavoratori al volante per ore e ore, ogni giorno. Camionisti ( e con loro milioni di automobilisti) per i quali dal prossimo dicembre scatterà un importante obbligo: quello, imposto dalla direttiva europea 2014/85, di sottoporsi a ogni rinnovo della patente, a  controlli medici per stabilire  l’eventuale presenza della sindrome delle apnee ostruttive del sonno, causa appunto del pericolosissimo “abbiocco” alla guida. Una “malattia” che provoca, solo in Italia, circa 40mila incidenti l’anno ma che è stata spessissimo colpevolmente ignorata. E che, nonostante da direttiva europea e l’imminenza ormai dell’obbligo dei controlli, sembra continuare a essere trascurata come ha denunciato, dal palco del salone convegni dell’Unicredit di Verona, il presidente nazionale di Fai Conftrasporto, Paolo Uggè, protagonista di un episodio surreale: alzato il telefono e composto il numero di un paio di dirigenti del ministero dei Trasporti per avere informazioni ha scoperto che ne erano assolutamente all’oscuro. “In questi ultimi mesi  ho cercato di comprendere il grado di percezione e competenza, nel settore degli autotrasportatori e più in generale di tutti coloro che guidano un automezzo, su questa nuova normativa europea che tocca trasversalmente gran parte cittadini, autotrasportatori, noleggiatori con conducente, tassisti: scoprendo che la conoscenza è pari quasi a zero”, ha affermato Paolo Uggè, che ha confessato però d’essere rimasto  poi  decisamente perplesso quando, telefonando al ministero,  ha avuto la netta sensazione che “ i dirigenti del dicastero dei Trasporti avessero poche e confuse informazioni a loro volta  sulla direttiva”. E sicuramente perplessa è rimasta anche la dottoressa Silvana Beltrame, presidente della Commissione patenti di Verona, nel  constatare i risultati di un primo “ceck up” sulla validità dei controllo effettuati dai medici di base in materia di Osas, la sigla che sta appunto per  sindrome delle apnee ostruttive del sonno. “In commissione ci sono arrivati  otto casi di persone con anamnesi negativa, tutti dunque perfettamente idonei alla guida”, ha raccontato Silvana Beltrame. “E in un caso addirittura il medico curante aveva scritto che il paziente era di sana e robusta costituzione e non aveva malattie infettive,  come se avesse dovuto mandarlo in colonia invece che alla guida di un tir. Ebbene in sei casi su otto è stato necessario  sospendere la patente. E in tre casi avevamo di fronte persone che  facevano gli autotrasportatori”.  Un appello fortissimo, quello lanciato da Silvana Beltrame, affinché  “si possano sensibilizzare tutti i medici di base, cardiologi nutrizionisti perché facciano indagini cliniche di base, altrimenti”, ha concluso la presidente della Commissione patenti veronese, “continueranno ad arrivare in Commissione patenti conducenti sani come pesci ma malatissimi per potersi mettere al volante”. Medici di base chiamati a prestare la massima attenzione di fronte a soggetti, in particolare modo uomini, in sovrappeso e dunque a rischio di Osas nel 40 per cento dei casi; a pazienti che dichiarino di avere un sonno frammentato (e dunque non adeguatamente ristoratore); che russino o ai quali  sia capitato di appisolarsi di fronte alla tv appena accesa, o addirittura a tavola durante un pranzo o una cena. Perché un cattivo sonno, hanno ribadito tutti i relatori del convegno “Prevenire il colpo di sonno – la nuova frontiera della sicurezza”,  rallenta la concentrazione allungando pericolosamente  i tempi di reazione. “L’augurio è che il ministro dei Trasporti, essendo un medico, si riveli particolarmente sensibile a questo tema”, ha concluso Paolo Uggé, “e soprattutto che prescriva ai suoi dirigenti di seguire con maggior attenzione il caso”.