Rc auto, prezzi in salita. L’Ania critica le modifiche al Ddl Concorrenza

Il prezzo dell’Rc auto è destinato ad aumentare. L’allarme è lanciato dall’Ania, l’associazione delle imprese assicuratrici, che critica pesantemente le modifiche al testo del disegno di legge Concorrenza che “ignorano le vere cause dei costi Rc auto”. Nel mirino ci sono soprattutto il nuovo sistema valutativo delle lesioni gravi, “addirittura superiori a quelli precedentemente praticati” e le poche misure previste contro le frodi.

“È di tutta evidenza che con il nuovo sistema valutativo delle lesioni gravi addirittura superiori a quelli precedentemente praticati e con il sistema delle frodi dilaganti che non trova alcun contenimento, i prezzi Rc auto sono destinati ad aumentare interrompendo così il percorso virtuoso di riduzione iniziato da 36 mesi”, spiega in una nota il presidente dell’Ania, Aldo Minucci. “È ben strano che i relatori ai quali è affidato il compito di presentare i provvedimenti elaborati dal Governo, introducano emendamenti tali che stravolgono la portata del Ddl Concorrenza, vanificando le finalità che erano alla base della proposta di legge: aumentare la trasparenza a favore degli assicurati e determinare ulteriori riduzioni dei prezzi RC auto praticati in Italia che sono ancora più alti di quelli di altri Paesi europei”, spiega Minucci, secondo il quale “tale differenza è sostanzialmente imputabile al maggior costo dei sinistri pagati in Italia rispetto a quelli europei, costo determinato dai più alti valori dei risarcimenti erogati per i danni da lesioni gravi e per una spropositata presenza delle frodi assicurative rispetto agli altri Paesi. Tutti gli emendamenti approvati dalla Commissione peggiorano questa situazione, checché ne dicano i relatori”. Allo stesso tempo, “appare poi sorprendente la previsione per gli assicurati dotati di black box che non hanno fatto incidenti per 5 anni, di una tariffa omogenea a prescindere dal luogo di circolazione dell’auto, riconoscendo uno sconto alle realtà territoriali oggi gravate da un maggior numero di incidenti. Peraltro, tale sconto dovrebbe essere quantificato dall’Ivass. Premesso che l’Europa ritiene illegittimo qualsiasi intervento che limiti la libertà tariffaria, agli automobilisti che pagano di meno si contrapporrebbe la necessità di una compensazione da parte di altri assicurati che, per la sola ragione di circolare in zone dove si registrano meno incidenti, dovrebbero pagare prezzi più alti. Non ci sembra che questi cittadini (la maggioranza) possano essere soddisfatti di questa soluzione. Non sono questi i metodi giusti per fare il bene comune. Occorre incidere sulle vere cause dei costi dei sinistri”.