L’abbandono degli animali, soprattutto cani, spesso letteralmente “condannati a morte” dopo essere stati lasciati sul ciglio di una strada o addirittura di un’autostrada sulla via delle vacanze, diventa un “caso psichiatrico”. E la diagnosi, fatta appunto da uno psichiatra, Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro medico Santagostino di Milano, è grave: chi abbandona un amico a quattro zampe, infatti, secondo il medico, soffre di una “una miopia che non fa vedere le emozioni che gli animali sono in grado di regalare all’uomo. Cani, gatti e altri animali da compagnia ricavano il loro spazio nella famiglia e sono tasselli fondamentali nel gruppo”, ha spiegato Michele Cucchi, “gli animali mettono in contatto emotivamente i bambini, danno sostegno, accudimento e affetto agli anziani, prevengono la solitudine e ci fanno ritrovare nei momenti difficili il piacere di amare. Abbandonarli non solo è un gesto incivile ma una vera e propria un’aberrazione nel regno degli animali in cui l’uomo dovrebbe essere la forma di massima evoluzione. Dal punto di vista comportamentale chi abbandona un animale non viene visto come membro affidabile di altri branchi dove rispetto, empatia, solidarietà e senso di appartenenza sono le matrici del successo e del benessere. Dal punto di vista psichiatrico e in questa società, l’abbandono degli amici a quattro zampe produce una miopia emotiva chesegna un periodo di declino dei valori come il rispetto per i legali affettivi”.