Authority dei trasporti via da Torino? Fassino e Chiamparino scrivono a Renzi

Dopo solo un anno e tante battaglie bipartisan per ottenerla, Torino rischia di perdere l’Authority dei trasporti. L’articolo 20 del decreto sulla Pubblica amministrazione prevede infatti l’accorpamento in un’unica sede delle authority. Le istituzioni piemontesi non ci stanno e si muovono per cercare di confermare l’Authority dei trasporti nella città capitale dell’automotive italiano. Il presidente della Regione Sergio Chiamparino e il sindaco Piero Fassino hanno scritto al premier Renzi per chiedere di “riconsiderare la decisione”.

“Pur comprendendo gli obiettivi di razionalizzazione”, sottolineano, “la decisione di stabilire l’Authority dei Trasporti a Torino deriva da ragioni che tutte mantengono oggi la loro validità: la città ed il Piemonte sono un crocevia strategico nella logistica”.
L’allarme – spiega un’agenzia Ansa – è stato lanciato dal senatore del Pd Stefano Esposito, vicepresidente della commissione Trasporti, che chiede di stralciare dal decreto l’Autorità. “Ne ho parlato”, dice, “con il ministri Delrio e Madia, ho spiegato loro che il costo della sede non è a carico del bilancio dello Stato”. Al fianco di Esposito i deputati piemontesi del Pd: “Lo sforzo di portare i Trasporti a Torino”, dicono, “non può essere vanificato a causa di un riassetto generale delle autorità pubbliche. L’operazione non è stata portata avanti per un mero interesse territoriale, ma soprattutto per una questione strategica, dato che le due più grandi opere infrastrutturali in progetto nell’ambito dei trasporti (Tav e terzo valico), saranno realizzate proprio in Piemonte”. Non è sulla stessa linea un’altra esponente del Pd, la deputata Lorenza Bonaccorsi: “Se c’è la possibilità di risparmiare con la sede unica, non si capisce per quale motivo non si debba farlo. La stagione delle authority sparse per l’Italia con aumento di costi e inefficienze non è più sostenibile”.
Protesta anche Bartolomeo Giachino, responsabile Trasporti di Forza Italia: “Invece di completare l’Authority con il rilancio nel 2015 del Salone dell’auto e della mobilità, Renzi la porta via”.