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“Raffica di incidenti, la Romea adesso fa paura”. Così titolava un anno fa, il 9 agosto 2008, il giornale la Nuova Ferrara, dopo che due conducenti erano rimasti uccisi in uno scontro frontale fra due camion, ennesima tragedia avvenuta su una strada ad altissimo rischio. E nel servizio il quotidiano riportava le denunce dei residenti che ripetevano, per l’ennesima volta che “così non si può andare avanti, perchè questa strada sta diventando troppo pericolosa”, e, ancora, si domandavano “quanti altri morti dovranno esserci prima di fare qualcosa?” Le stesse domande che, un anno dopo si pone (e soprattutto pone agli amministratori) Francesco Montagnese, segretario provinciale della Fai di Ferrara, chiedendo un immediato intervento sulla Romea che, dati statistici alla mano, è la seconda strada più pericolosa d’Italia dopo l’Aurelia e con la maggiore incidenza di mortalità. Una vera e propria trappola lungo tutto il suo percorso, ma in particolare in alcuni punti del Ferrarese, come per esempio l’incrocio di Mesola e l’immediato rettilineo, appena giù dal ponte del Po di Goro, da troppo tempo teatro di tragedie della strada.