“L’attuale drammatico crollo delle immatricolazioni che si è registrato nel 2012 è conseguenza diretta della folle corsa dei costi per l’auto e in particolare della pressione fiscale che è aumentata, negli ultimi anni, fino a sfiorare i 60 miliardi di euro, più che raddoppiando rispetto a solo venti anni fa. Sommando questo a tutti i costi di gestione per l’auto – che sono aumentati del 4.5 per cento nel solo 2012, raggiungendo la cifra record di 3.425 euro l’anno per mezzo – si capisce perché, come ha evidenziato l’ultimo rapporto Aci-Censis, oltre il 52 per cento degli italiani dichiari che non cambierà l’auto nei prossimi tre anni. L’alleggerimento del carico fiscale per l’auto dovrebbe essere una delle prime voci dell’agenda politica di qualsiasi candidato alle prossime elezioni politiche perché l’intero comparto è allo stremo delle forze.”. Questo il pensiero di Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia, davanti ai dati recentemente diffusi sul calo delle immatricolazioni auto nel 2012.
L’Aci sottolinea come nel 1990 gli oneri fiscali a carico degli automobilisti italiani sfiorassero i 28 miliardi e mezzo, mentre oggi sono vicinissimi ai 60 miliardi. In due decenni sono più che raddoppiate le tasse automobilistiche (da 3.031,60 milioni di euro a 6.690,00), addirittura quadruplicate quelle per i parcheggi (da 322,79 milioni a 1.384,57), quasi raddoppiate le tasse su carburanti e lubrificanti (oggi alla incredibile quota di 32 miliardi e mezzo di euro). La pressione fiscale sulla RCA, poi, è aumentata di quasi sei volte.
Solo nell’ultimo anno, fanno notare all’Aci, la benzina è aumentata del 16 per cento (negli ultimi due anni il pieno è diventato più caro del 25 per cento) e il costo al chilometro è cresciuto dell’11,3 per cento. L’assicurazione è aumentata del 3,2 per cento. Ecco la tabella riassuntiva di tutti i costi (clicca qui).