Quanto costava un’auto vent’anni fa? Quanto si spendeva per l’assicurazione e quanto per il carburante? Il calcolo l’ha fatto il Centro Studi Auto Aziendali, che ha preso in esame i dati ufficiali sui costi di esercizio degli autoveicoli pubblicati dall’Aci. Ebbene, dal lontano 1991 a oggi, molte cose sono cambiate. A cominciare dal prezzo d’acquisto, cresciuto per un’auto media a benzina del 98,9 per cento. Ancora più caro l’aumento registrato per l’Rc auto: +487 per cento. Aumenti superiori a quelli dell’inflazione, cresciuta del 70,5 per cento.
Il confronto considera la media dei prezzi e dei costi di esercizio delle autovetture a benzina con cilindrata compresa fra 1001 e 1500 cc. Per i costi di esercizio il Centro Studi Auto Aziendali ha considerato una percorrenza media annua di 15.000 chilometri.
“La crescita del prezzo su strada di una vettura media in misura superiore al tasso di inflazione di quasi 20 punti percentuali in vent’anni”, spiega il Centro Studi Auto Aziendali, “trova giustificazione nel fatto che la qualità, le caratteristiche di sicurezza e gli equipaggiamenti di serie hanno subito negli ultimi vent’anni un formidabile miglioramento quantitativo e qualitativo che giustifica ampiamente un incremento del prezzo superiore all’inflazione di circa un punto all’anno”. Diverso il discorso per altre voci di spesa. Come il bollo, cresciuto del 216,1 per cento, o i premi dell’assicurazione Rc auto, aumentati addirittura del 487,4 per cento. In particolare, spiega il Centro Studi Auto Aziendali, “l’impennata si è verificata a partire dalla liberalizzazione delle tariffe del 1° luglio 1994, che avrebbe dovuto far calare il costo per gli automobilisti grazie alla concorrenza fra gli assicuratori, ma che, invece, ha lasciato spazio ad un effetto del tutto opposto. Tra l’altro, il livello esorbitante dei premi di assicurazione, che non trova riscontri né in Europa né nel mondo, si è verificato nonostante che fra il 1991 e il 2010 il numero dei morti per incidenti stradali in Italia sia calato del 38 per cento”.
Sostanzioso anche l’aumento dell’esborso per gli pneumatici: +157,1 per cento. Ma in questo caso vale lo stesso discorso fatto per le auto, con il maggior costo legato “all’innovazione tecnologica che ha investito il settore con conseguenze positive sulla sicurezza della circolazione e sui consumi di carburante e che ha fatto sì che un pneumatico di oggi non sia neppure lontanamente paragonabile a uno di vent’anni fa”.
In controtendenza il dato relativo al costo di manutenzione e riparazioni, in calo del 3,8 per cento, per la maggiore affidabilità della auto di oggi. Un capitolo a parte lo merita la benzina. Alla resa dei conti il costo per il carburante è aumentato solo lievemente più dell’infrazione, 81,5 per cento rispetto a 70,5. Ma la ragione “non è”, spiega il Centro Studi Auto Aziendali, “però sicuramente legata alla dinamica dei prezzi alla pompa, che è stata decisamente sostenuta, ma al fatto che le case automobilistiche hanno compiuto sforzi notevoli per ridurre i consumi di carburante e con questi anche le emissioni”.