Clamoroso, anche Ryanair perde colpi. La più grande compagnia aerea low cost d’Europa ha infatti registrato, per la prima volta nella storia, un calo dei passeggeri. La crisi ha costretto Ryanair a bloccare a terra 80 velivoli e il numero dei viaggiatori a novembre è stato in calo dell’8 per cento. Colpa della crisi, ma non solo. Secondo diversi analisti, la compagnia irlandese ha infatti raggiunto il punto limite della sua espansione e ora deve decidere cosa fare in futuro. Intanto, però, oltre a bloccare gli aerei – il doppio dell’anno passato – Ryanair affronterà l’inverno europeo tagliando rotte e riducendo le frequenze.
“Come già anticipato”, ha detto al Times un portavoce della compagnia, “il traffico invernale nel 2011-2012 calerà del 4 per cento”. Ciò nonostante i conti sono in salvo. Ryanair, nei sei mesi fino alla fino dello scorso settembre, ha messo a segno un profitto di 544 milioni di euro e si aspetta di chiudere l’anno con 440 milioni. Il che significa una perdita di 104 milioni durante i mesi invernali ma, secondo la compagnia, sarebbe andata peggio se non si fossero bloccati gli aerei. Come noto, la forza di Ryanair sono i prezzi bassi. Gli spazi di manovra, sull’aumento dei biglietti, sono minimi e l’azienda non è riuscita a compensare i maggiori costi ritoccando adeguatamente le tariffe. In più rispetto al passato la regina delle low cost non ha dalla sua nemmeno la possibilità di conquistare nuove quote di mercato con politiche aggressive, così come aveva fatto all’indomani dell’11 settembre. La parola d’ordine di Michael O’Leary è dunque “consolidare”. “Non vogliamo crescere troppo in inverno, quando il petrolio costa intorno ai 100 dollari al barile”, aveva anticipato il mese scorso. “Se, da un lato, l’espansione si è ridotta negli ultimi anni”, ha poi aggiunto il boss di Ryanair, “abbiamo visto crescere la renditività: la tariffa media è cresciuta da 30 a 40 sterline”.
“Ryanair”, ha commentato Stephen Furlong, analista alla Davy Stockbrokers, “è entrata in una fase più matura. La crescita a rotta di collo degli ultimi 20 anni è finita. Ora tirerà le somme, eliminerà le rotte meno proficue, e poi ripartirà”.