La Sicilia aiuta le imprese che non pagano il pizzo ma non chi garantisce la sicurezza

La Regione Siciliana ha introdotto agevolazioni per le imprese produttrici che rifiutano di pagare il “pizzo”, che risultano essere in regola con i versamenti contributivi e che abbiano la certificazione antimafia, ma nulla invece è richiesto in merito alla corresponsione dei costi minimi di sicurezza nei confronti delle imprese di autotrasporto.

L’indicatore inserito nel protocollo trasporti, il rispetto dei costi minimi appunto, che deve essere rispettato da tutti coloro che compongono la filiera della produzione e del trasporto, non è stato infatti considerato dalla Regione Siciliana. Per questo il presidente della Fai Sicilia, Giovanni Agrillo ha decido di chiedere al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, di inserire tra i requisiti necessari all’accesso agli interventi agevolativi, la corresponsione alle imprese di autotrasporto dei costi minimi previsti da una legge dello Stato”. “Se tale richiesta rimanesse inascoltata”, ha sottolineato il numero uno della Fai siciliana, “assisteremmo a un grave gesto discriminatorio verso le imprese dell’autotrasporto che, non potendo essere destinatarie di aiuti pubblici, rimarrebbero escluse dai benefici necessari per rendere competitiva l’economia siciliana, e non si vedrebbero neppure riconosciuto quanto previsto per legge da soggetti agevolati con risorse pubbliche”.

Secondo Giovanni Agrillo, inoltre, “non c’è dubbio che le imprese produttrici che non rispettano una legge che deriva da principi e norme sulla sicurezza sociale e della circolazione, non operano nella legalità e quindi non devono essere premiate. Le aziende dell’autotrasporto soffrono, e spesso si trovano schiacciate da una committenza che punta al ribasso oltre i limiti e da ditte che, pur di lavorare, rinunciano alla sicurezza. E’ una situazione che la Fai non può tollerare”, ha aggiunto ancora  Agrillo che ha chiesto un incontro con il governatore Raffaele Lombardo in tempi brevissimi affinché la Regione Siciliana pretenda che le aziende produttrici corrispondano alle imprese di trasporto i costi minimi di sicurezza. “Quando le ditte di autotrasporto vengono scoperte a praticare prezzi inferiori al valore dei costi minimi”, ha concluso Agrillo, “sono sanzionate ed escluse da ogni possibilità di ottenere benefici fiscali. È bene che questo principio valga nei fatti anche per i produttori. Dovranno quindi essere premiate solo quelle aziende che hanno riconosciuto e riconoscono alle imprese di autotrasporto i costi minimi di sicurezza, le altre dovranno essere bandite da finanziamenti e benefici fiscali”. Qualora non arrivassero risposte immediate con precise garanzie da parte dell’amministrazione regionale la Fai siciliana chiederà  alle imprese associate di aderire a una manifestazione di protesta”.