“La divisa serve a questo: a distinguere, a permettere all’occhio, allo sguardo, di riconoscere immediatamente la funzione di chi la indossa. La divisa è una garanzia per chi gli si trova di fronte”. La frase, tratta da “Gridalo”, libro scritto da Roberto Saviano, sembra fatta apposta per riassumere uno dei tanti, piccoli-grandi suggerimenti che Nicola Donti, filosofo, docente universitario e consulente in comunicazione nelle relazioni interpersonali, ha voluto lanciare sabato 8 marzo dal palco della Fiera Futura Expo di Brescia rivolgendosi alla platea di autotrasportatori riuniti dalla Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Brescia e Bergamo per capire come “cambiare marcia”, per guidare le imprese dell’autotrasporto nel futuro migliorando il presente. Un suggerimento proprio a “indossare sempre più la divisa aziendale” che Nicola Donti ha rivolto ai tanti imprenditori del settore che hanno preso posto nella sala vittoria Alata della Fiera, aggiungendo qualche riflessione in più a quelle scritte dell’autore di “Gomorra”: invitando, per esempio, gli imprenditori dell’autotrasporto, anche al volante di aziende di piccole dimensioni, a fornire ai propri conducenti una divisa “dando così loro l’opportunità non solo di essere subito riconoscibili, rappresentanti di una ben precisa realtà imprenditoriale (facendo contemporaneamente viaggiare la visibilità del brand) ma anche di riconoscere se stessi come “giocatori di una squadra aziendale”. Una strategia solo apparentemente piccola, capace in realtà di creare Continua a leggere
Archivi giornalieri: 11 Marzo 2025
L’occhiale che “fa vedere” l’effetto dell’alcol sulla vista mette a fuoco la follia di guidare ubriachi
Un automobilista con indosso un paio di occhialoni di quelli che si usano sulle pista da sci cammina piano, con evidente difficoltà, cercando di seguire a piedi un percorso stradale in miniatura disegnato sul pavimento, impegnandosi per non uscire dalla carreggiata e non travolgere i birilli posizionati da tre agenti della Polizia stradale che assistono alla “prova”: una sorta di gioco, perfino divertente, ma con un obiettivo serissimo: far capire quanto può essere pericoloso guidare dopo aver bevuto, quando l’alcol può impedire di vedere chiaramente, mischiandoli e confondendoli in un’immagine distorta, altri mezzi lungo la strada, o pedoni che stanno attraversando. Con il rischio di investirli, così come accade con un paio di coni rossi posizionati al lati dell’asfalto disegnato sul pavimento della Fiera di Brescia teatro del test. Già perché Continua a leggere