Un’unica banca dati nella quale raccogliere informazioni relative a infrazioni al codice della strada commesse da camionisti fermati a posti di controllo ma anche irregolarità scoperte da responsabili dell’Ispettorato nazionale del lavoro durante ispezioni delle sedi delle imprese di autotrasporto. Il tutto con l’obiettivo di valutare, incrociando i dati, la conformità normativa delle imprese e controllare la recidiva delle infrazioni, elementi fondamentali per determinare la perdita dell’onorabilità del trasportatore, con la possibile conseguenza della revoca della licenza e, dunque, dell’interruzione dell’attività stessa. E’ una “svolta importante” (almeno sulla carta, in attesa di verificare se poi i controlli verranno effettuati davvero in numero e con qualità adeguati) quella definita dal ministero dei Trasporti con il Decreto interministeriale (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 257 del 2 novembre 2024) in materia di raccolta delle infrazioni nell’autotrasporto e definito per dare risposta alle direttive europee per garantire una maggiore trasparenza e sicurezza sulle strade italiane: importante ma non privo di ombre considerato per esempio il fatto che le informazioni destinate a essere inserite nella sezione “Sanzioni” del Registro elettronico nazionale del ministero non riguarderanno, almeno fino al 1° luglio 2026, i veicoli di trasporto internazionale o di cabotaggio con massa superiore a 2,5 tonnellate. Lasciando spalancata di fatto per altri 8 mesi (nel migliore dei casi) un’autostrada al rischio che imprese straniere possano continuare a fare concorrenza sleale, utilizzando mezzi vecchi e pericolosi, ma anche conducenti alla guida non adeguatamente formati. Controlli dunque solo sull’autotrasporto “made in Italy” con le infrazioni divise in quattro categorie – infrazioni minori (Im); infrazioni gravi (Ig); infrazioni molto gravi (Img); infrazioni più gravi (Ipg) – in modo da poter proporzionare le sanzioni, stabilendo la perdita dell’onorabilità per le imprese che, per strada e nelle sedi, dovessero sommare più infrazioni, soprattutto gravi. Imprese, queste ultime, per le quali il nuovo incrocio dei dati dovrebbe garantire una “sorveglianza speciale”.