In una gara di Formula 1 un Pit stop può risultare decisivo per un pilota per vincere o perdere. Per un “pilota” di camion un Pit stop può essere ancora più importante: può addirittura consentire di diagnosticare e, dunque curare al meglio, una malattia o di prevenirla. Accade con il “Pit stop della salute” che Fai, la federazione degli autotrasportatori italiani, di Bergamo (clicca qui per navigare sul sito) ha fatto puntualmente ripartire (e con “prestazioni” degne delle squadre di meccanici dei team più forti della F1) dai propri “box”, i moderni ambulatori realizzati all’interno della propria sede a Orio al Serio in via Portico 15, per i propri associati. Per la precisione due Pit stop diversi.
Il primo, con “al volante” un noto primario urologo, chiamato dalla federazione a verificare, attraverso una visita urologica e andrologica, affiancata da un esame del sangue per stabilire il livello di Psa, l’eventuale presenza di patologie alla prostata e ai testicoli, alla vescica e ai reni, proseguendo sulla strada di una campagna di prevenzione fatta partire nel 2021, con ottimi risultati; il secondo affidato a una biologa nutrizionista per verificare che una dieta troppo spesso sbagliata non stia causando danni ai vari “motori” dell’organismo. Entrambi i “pit stop della salute” sono ripartiti con moltissimi associati che hanno usufruito dell’opportunità, offerta a condizioni economiche impossibili altrove. Per informazioni basta chiamare il numero di telefono 035 2056711 o navigare sul sito www.faibergamo.it