La salute degli autisti ha sempre la precedenza. E la scoperta di un tumore lo dimostra

Ai circa 150 pazienti, in gran parte autisti ma anche imprenditori del settore dell’autotrasporto e della logistica, che ha visitato nell’ambulatorio medico della Fai, lui, il primario scelto dalla federazione autotrasportatori Italiani di Bergamo per “guidare” l’operazione “Pit stop della salute” con l’obiettivo di prevenire fra i propri associati possibili patologie, alla prostata e ai testicoli, ma anche alla vescica e ai reni, non ha mai smesso di ripeterlo: “la prevenzione è la prima e più importante cura”. Un messaggio che il “dottore capace di metterti a tuo agio e di tranquillizzarti come non m’era mai capitato”, come l’ha definito un paziente ipocondriaco, ha altrettanto puntualmente chiesto ai pazienti di diffondere, una volta rientrati in azienda, tra i colleghi, soprattutto quelli che, oltrepassati i 50 anni, non avevano mai fatto almeno un test del Psa. Spiegando loro che questo semplicissimo esame del sangue rappresenta “ la primissima manovra da fare per scoprire eventuali malattie alla prostata, che colpiscono ogni anno migliaia di uomini in tutto il mondo”. “Un “marker” che assolutamente non vuol dire per forza che ci sia qualcosa di grave, ovvero un tumore”, ribadisce oggi il medico, alla vigilia della “ripartenza” della campagna di prevenzione fortemente voluta dai responsabili della federazione degli autotrasportatori, “considerato che potrebbe semplicemente indicare un problema benigno,  un’infiammazione, ma che superati i 50 anni, e magari anche un po’ prima, qualsiasi uomo dovrebbe fare. Perché rappresenta un test tanto semplice quanto cruciale”. Consigli offerti da un medico che nella sua lunga carriera ha visto centinaia e centinaia di casi e che “negli ultimi anni ha visto i tumori aumentare e l’età degli ammalati purtroppo diminuire, con alcuni casi addirittura sotto la soglia dei 40 anni”,  e che il primario urologo, chiamato dalla federazione a effettuare un primo ceck-up mirato sugli associati (non solo verificando gli esiti dell’esame del Psa, con prelievo del sangue effettuato direttamente nel laboratorio medico allestito nella sede di via Portico 15 a Orio al Serio, ma anche una visita urologica e andrologica) ha ripetuto a ogni visita. Aggiungendo l’invito a ripetere i controlli in tempi ravvicinati in caso di un primo esito “se non allarmanti comunque non negativi, perché quello che potrebbe rivelare una semplice infiammazione, da risolvere con una normalissima terapia farmacologica, potrebbe essere invece un primo flebile campanello d’allarme. Ma da ascoltare comunque subito, senza perdere tempo, perché nel caso di un problema più serio occorrere agire immediatamente, con ulteriori accertamenti”. Un’indicazione che il primario urologo aveva dato anche a un conducente che nonostante fosse più vicino alla sessantina che alla cinquantina non aveva mai fatto un test del Psa e che al suo primo controllo, fatto proprio accogliendo l’invito a scendere dal camion per fare un “Pit stop della salute”, era risultato avere un valore “superiore alla norma”. Più alto non di molto dei parametri utilizzati dai medici, ma comunque un segnale arrivato nitidamente al medico. Decisamente meno al paziente, che quell’invito a non trascurare la cosa e tenerla sotto controllo non l’aveva seguita. Salvo poi allarmarsi, diversi mesi dopo, in presenza di alcuni nuovi sintomi (come il bisogno di alzarsi più volte di notte per far pipì), ripresentandosi negli ambulatori della Fai. Scoprendo che quei pur flebili campanelli d’allarme avevano davvero indicato, precocemente, un tumore alla prostata che, conclude il primario “è stato adeguatamente affrontato. Anche se sarebbe stato molto meglio diagnosticarlo e intervenire prima. Perché il tempo è un fattore importantissimo, e perdere mesi, o addirittura anni, può rappresentare un errore gravissimo, In alcuni casi purtroppo irreparabile. L’invito a chi raggiunti i 50 anni non ha mai eseguito un test è di farlo al più presto, perchè richiede pochissimo tempo e può valere moltissimo in termini di qualità futura della vita”. Un invito ribadito da Maura Baraldi, direttrice della Fai e promotrice dell’iniziativa, che ama citare una frase pronunciata da più di un conducente al momento di lasciare l’ambulatorio: “è tutto ok, adesso mi sento più tranquillo”. Per informazioni basta chiamare il numero di telefono  035 2056711 o navigare sul sito www.faibergamo.it

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